Prendete un van da 12 posti, riempitelo di ragazzi senza troppi ideali che per divertirsi si fanno di crack, birra ed erba e di quanto rimediano in giro. Poi a questi stessi ragazzi date un lavoro più che precario, come quello di vendere riviste in giro per gli Stati Uniti. Questo un po' il mood, a ritmo hip-hop, di American Honey della regista britannica Andrea Arnold, in corsa per la Palma d'oro al Festival di Cannes. Insomma da parte della regista, due volte Premio della giuria per Red Road e Fish Tank, il racconto on the road di una generazione, con protagonista Star (Sasha Lane) che si unisce a questo gruppo itinerante di ragazzi che, oltre a vendere abbonamenti a riviste, si dà a feste a luci rosse, piccoli furti e amori improvvisati mentre attraversa il Midwest americano con questo gruppo di disadattati. Star, per unirsi al gruppo, lascia senza troppi rimorsi due figli piccoli a casa e vive questa avventura con una disinvoltura più che superficiale. Per lei poi un amore complicato con il dinamico e folle Jake (Shia Labeouf), anche perché contrastato dalla bella e spietata manager del gruppo (Riley Keough). E poi tante avventure nel segno di un'inconsapevole trasgressione.
Il film è ispirato a un articolo del New York Times del 2007 dal titolo 'Porta a porta, lunghi viaggi e magre ricompense' scritto da Ian Urbina. Affascinata da questa subcultura, la Arnold ha seguito per circa un anno uno di questi gruppi facendo la loro vita, dormendo nei loro stessi alberghi, seguendo tutte le loro avventure e utilizzando alcuni di loro, esattamente dodici, per le riprese. "Sono andata a sedermi sulla spiaggia e guardavo le migliaia di adolescenti che passavano. Ho praticamente fatto parte del casting nel parcheggio di Walmart". Ed è proprio lì che la Arnold, per il suo primo film americano, ha trovato Sasha Lane, una studentessa del primo anno dell'università del Texas che non aveva mai fatto cinema prima. Nel film tanta bella musica, da Sam Hunt a Kevin Gates, da Lee Brice a Juice J., mentre la colonna sonora è composta di canzoni che raccontano il meglio il country del 2015 e delle hit del cosiddetto trap (genere musicale vicino all'hip-hop) che viene dal Sudamerica. "La musica - spiega la regista - è la poesia quotidiana della vita di questi ragazzi. Come capita sempre per tutto cio' che amiamo". Per questo film-documentario, sottolinea, "ci si era promessi che avremmo dormito negli stessi hotel, molto economici, e che ci saremmo spostati solo per strada non usando nessun aereo, utilizzando infine solo figuranti del luogo". Il tutto per 56 giorni (compresi feste e riposi).
ECCO TUTTI I FILM IN CONCORSO PER LA PALMA D'ORO
Riproduzione riservata © Copyright ANSA