Via libera del Parlamento al Documento di finanza pubblica, il nuovo Def che porta con sè il quadro macroeconomico tendenziale, con una crescita del Pil quest'anno dello 0,6%. Una cifra dimezzata rispetto alle previsioni d'autunno, in un contesto internazionale profondamente mutato e sottoposto praticamente ogni giorno a volatilità e incertezza.
L'economia italiana ne risentirà inevitabilmente, ma il governo - appoggiato dalla maggioranza in Parlamento - rimane convinto della solidità dei conti. Tanto che il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, non ha escluso, se le trattative sui dazi prenderanno la giusta piega, che le stime oggi estremamente prudenziali possano essere riviste al rialzo.
Nella risoluzione approvata dalle Camere, i partiti di governo mettono nero su bianco gli impegni chiesti al governo in vista della prossima legge di bilancio. Innanzitutto "rispettare il percorso di spesa netta" indicato nel Psb e stabilito dalle regole Ue. Poi "perseguire l'implementazione delle riforme e degli investimenti", in particolare degli enti locali nella rigenerazione urbana, per ridurre emarginazione e degrado sociale.
Terzo, su un tema delicato come quello della sanità e sul quale FdI, FI e Lega convergono, "valutare di adottare misure di sostegno per la prevenzione per migliorare lo stato di salute della popolazione ed in particolare l'immunizzazione e lo screening". Alla Camera viene presentato un punto in più, quello del sostegno alla famiglia, questione fondamentale che il governo ha già trattato nello stesso Dfp, garantendo un rafforzamento delle politiche a favore di natalità e genitorialità. Nessun riferimento invece alle spese per la difesa, per le quali Giorgetti ha già specificato di non voler ricorrere per il momento alla clausola di salvaguardia Ue e tantomeno ad un scostamento di bilancio.
In un'Aula di Montecitorio praticamente deserta alla vigilia del 25 aprile e in una città tutta protesa ai prossimi funerali di papa Francesco, va comunque in scena lo scontro tra maggioranza e opposizione. Il Dfp "conferma il percorso di questo governo per rafforzare l'Italia sul piano della stabilità delle finanze pubbliche", afferma Ylenja Lucaselli di Fratelli d'Italia. Ma le critiche si sprecano.
Il Pd parla di un testo "fumoso", "senza visione", "illegittimo", secondo Francesco Boccia che denuncia come il Documento di finanza pubblica non esista ancora nella normativa contabile vigente. Azione lo definisce "minimalista", il M5S "lontano dal Paese reale", Avs "riduttivo ed evasivo". Matteo Renzi fa notare infine l'assenza del ministro alla discussione su un documento che "non conta". Una sottolineatura a cui Giorgetti replica indirettamente a distanza da Washington, dicendosi "rammaricato" per l'impossibilità di partecipare perché impegnato al Fondo monetario.
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