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Il Colle, la legge Morandi discrimina le unioni civili

Il Colle, la legge Morandi discrimina le unioni civili

Mattarella firma ma invia la lettera ai presidenti delle Camere e alla premier

ROMA, 15 aprile 2025, 21:01

di Fabrizio Finzi

ANSACheck
Sergio Mattarella - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio Mattarella - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Rivolgo al Parlamento e al Governo l'invito a considerare con attenzione i predetti rilievi e a valutare interventi integrativi e correttivi". Si chiude con questa richiesta una lunga lettera piena di osservazioni ad un testo di legge approvato dal Parlamento - è bene sottolineare, all'unanimità - che il presidente della Repubblica ha inviato ai presidenti delle Camere e alla premier Giorgia Meloni. Il tema del provvedimento era ed è delicato perché tratta dei risarcimenti da dare ai parenti delle vittime "di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale", come si legge faticosamente negli atti parlamentari.

Tanto che la Pdl è stata immediatamente chiamata "legge Morandi" ed evoca il ricordo di una strage dolorosa. Ma negli intenti del legislatore ha un campo d'azione ben più ampio tanto che le critiche del capo dello Stato sulla stesura del testo richiamano anche altri avvenimenti come, ad esempio, il disastro del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, in realtà comune del Molise, del 2002. Premettendo che il presidente ritiene doveroso risarcire le vittime di gravi incidenti (e in questa considerazione si ritrova la ratio della scelta di firmare nonostante le profonde perplessità), nell'articolata lettera vengono messi a fuoco più criticità costituzionali a partire da una clamorosa differenza di trattamento tra genitori sposati e non: la pdl sul ristoro ai parenti delle vittime di crolli di strade e autostrade contiene - si legge infatti nella missiva di richiamo del Colle - una norma "discriminatoria" delle Unioni civili rispetto al matrimonio, nonché "una inaccettabile discriminazione tra i figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori". Il capo dello Stato avanza anche un interrogativo pesante sulla scelta di consentire i risarcimenti solo alle vittime di incidenti su "strade nazionali".

Infatti, sottolinea Mattarella, suscita riserve" la limitazione dei benefici a 'vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale". Infatti ciò provoca "incertezza interpretativa della categoria di infrastruttura 'di rilievo nazionale' che non risulta di agevole determinazione". Dubbi anche per "l'esclusione di analoghi benefici nel caso di vittime di cedimenti di altre sedi stradali". Ma il presidente va oltre nei rilievi e aggiunge: "appare quanto meno fortemente dubbia anche la conformità al principio di eguaglianza della decisione di limitare i benefici ai casi di cedimenti stradali". Mattarella cita in questo senso le "vittime di eventi relativi a strutture di altra natura, in particolare il cedimento di scuole, primo fra tutti il caso del crollo di una scuola elementare con la morte di tanti bambini presenti nelle aule con i loro maestri". Tutto qui? Assolutamente no, perché il presidente segnala anche la discrezionalità non chiara nella scelta e nella distribuzione dei fondi: "l'articolo 4 demanda a norme secondarie il compito di individuare gli eventi dannosi - presenti e futuri - nonché i soggetti aventi diritto ai benefici economici previsti, attribuendo a tali fonti ampio margine di discrezionalità. Tale previsione non appare in linea con il sistema costituzionale". Si comprende bene perché Mattarella abbia firmato questa legge nonostante i tanti rilievi leggendo la sua premessa nelle comunicazioni ai vertici istituzionali: "ho provveduto alla promulgazione riscontrando nella decisione del Parlamento una significativa manifestazione di solidarietà nei confronti della sofferenza dei familiari di vittime di eventi drammatici".

Un elegante modo per spiegare di aver dato la priorità alla sostanza piuttosto che alla forma. Piuttosto silente la politica probabilmente visto il voto unanime al provvedimento: Pd e Italia Viva definiscono "giusti" i rilievi del Quirinale e assicurano che daranno il loro contributo affinché il Parlamento accolga i "suggerimenti" del presidente.

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