La seconda visita di Benjamin Netanyahu dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, ad un anno e mezzo dall'attacco di Hamas, dopo il fallimento della tregua e la ripresa dei raid contro i palestinesi, è stata l'occasione per il presidente americano di annunciare che sabato Washington inizierà colloqui "diretti e di alto livello" con l'Iran per un nuovo accordo sul nucleare.
Annullata la conferenza ufficiale nella East Room, i due leader hanno comunque risposto per oltre mezz'ora alle domande dei giornalisti su tutto, dai dazi alla situazione in Medio Oriente. "Sabato inizieranno colloqui diretti con l'Iran.
Speriamo abbiano successo", ha dichiarato il tycoon. "Siamo in un territorio pericoloso, è per il bene dell'Iran che i colloqui si concludano in modo positivo", ha aggiunto il presidente americano che in'intervista a Nbc la settimana scorsa aveva avvertito il regime di Teheran che se non accetta un accordo per contenere il suo programma nucleare, "ci saranno bombardamenti come non ne hanno mai visti prima". Netanyahu si è detto "favorevole" ad una soluzione diplomatica "sul modello della Libia" ma anche ribadito che "non deve essere permesso" all'Iran di avere "l'arma nucleare".
Quanto alla guerra a Gaza, Bibi e The Donald hanno sottolineato che la priorità adesso è la liberazione delle persone ancora nelle mani di Hamas. "Il conflitto finirà in un futuro non troppo lontano. Ma adesso abbiamo il problema degli ostaggi", ha sotttolineato Trump. "Stiamo lavorando ad un nuovo accordo, speriamo che abbia successo", gli ha fatto eco Netanyahu. Il tycoon ha anche insistito sul suo progetto per Gaza, "piace a tutti, lo chiamano il piano Trump", sostenendo che la Striscia ha un "incredibile valore immobiliare". "Avere una forza di pace come gli Stati Uniti che controlla e possiede Gaza sarebbe una cosa buona", ha detto con il premier israeliano che ha commentato che Trump "vuole dare una scelta ai palestinesi".
Dopo la rottura della tregua mediata dagli Stati Uniti, Israele ha intensificato la sua offensiva militare e ha imposto un blocco di cinque settimane agli aiuti nella Striscia, una mossa aspramente criticata dall'Onu e le organizzazioni umanitarie. Almeno 10 civili, tra cui un: giornalista, sono stati uccisi negli ultimi attacchi aerei israeliani in diverse zone di Gaza, inclusa una tenda per la stampa vicino all'ospedale Nasser a Khan Younis. Dalla fine del cessate il fuoco, secondo i dati del ministero della Salute palestinese, sono oltre 1.400 le vittime dei raid di Israele, mentre Hamas ha denunciato che le forze israeliane hanno ucciso 490 bambini palestinesi nella Striscia negli ultimi 20 giorni.
In un vertice trilaterale al Cairo, il presidente francese Emmanuel Macron, quello egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re Abdallah II di Giordania hanno fatto fronte comune contro i piani del tycoon e hanno chiesto un "immediato ritorno al cessate il fuoco" sottolineando che "la governance e il mantenimento dell'ordine e della sicurezza a Gaza, così come nell'insieme dei territori palestinesi, deve essere esclusivamente sotto l'egida di un'Autorità nazionale palestinese rafforzata e che goda di un sostegno regionale e internazionale forte". Per discutere della situazione nella Striscia, proprio poche ore prima dell'incontro tra Trump e Netanyahu, Macron ha anche organizzato una teleconferenza con il presidente americano, Sisi e Abdallah, come ha riferito l'Eliseo. Netanyahu e il commander-in chief hanno parlato anche della Siria e della minaccia degli Houthi nel mar Rosso. Trump ha assicurato di "poter risolvere qualsiasi problema tra la Turchia e Israele" dopo che Bibi aveva detto di non volere che Ankara "o qualsiasi altro paese utilizzi la Siria come base per attaccare Israele". "Io ho un ottimo rapporto con Erdogan. Posso risolvere qualsiasi problema, a patto che sia ragionevole, dobbiamo essere ragionevoli", ha dichiarato rivolgendosi a Netanyahu.
Sui dazi del 17% imposti da Washington, dopo un colloquio anche con il segretario al Commercio Howard Lutnick e il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer, il premier israeliano ha assicurato al presidente americano che Israele "eliminerà" il deficit commerciale con gli Stati Uniti. "Il libero scambio deve essere un commercio equo", ha sottolineato il premier israeliano aggiungendo si libererà delle tariffe "rapidamente". Israele aveva tentato di evitare la scure dei dazi un giorno prima dell'annuncio del presidente americano cancellando tutte le imposte dell'1% sui beni americani ancora interessati ma al tycoon evidentemente non è bastato.
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