"Devo restare qui, perché sto lottando per il mio futuro. Non c'è futuro per noi giovani di Hong Kong senza democrazia". Tiffany, studentessa 22enne di lettere inglesi, si è unita alle molte decine di migliaia di manifestanti che si sono radunate in un imponente sit-in "per la pace" nel distretto di Admiralty, roccaforte del Movimento degli Ombrelli, il giorno dopo le violenze che hanno investito l'ex colonia britannica, sullo sfondo delle proteste per chiedere maggiore democrazia a Pechino.
Alla manifestazione di questa sera si sono recati gli studenti medi e universitari di Hong Kong, ma anche numerosi loro sostenitori, dai politici del campo pro-democrazia ad alcuni rappresentanti delle Chiese cristiane, professionisti e gente comune, decisi, con la loro presenza, a "proteggere gli studenti", e dissociarsi dalla violenza, che si sospetta fosse almeno in parte provocata da teppisti assoldati.
L'atmosfera al sit-in, dopo la rabbia e lo shock seguiti agli attacchi teppistici contro gli studenti nel quartiere popolare di Mongkok, era gioiosa ed elettrica. Nel corso della giornata le postazioni studentesche nel centro di Hong Kong sembravano prossime alla resa, considerando che rimanevano solo pochi esausti studenti ad occuparle, ma come ormai è prassi in queste giornate, sia Mongkok che Admiralty si sono di nuovo riempite dopo il tramonto. Ciò nonostante, il Capo dell'Esecutivo di Hong Kong, Leung Chun-ying, ha ribadito l'ultimatum di lunedì prossimo per "riportare l'ordine" nelle strade di Hong Kong, "ad ogni costo".
Nel corso del raduno di sfida, scandito da discorsi e canzoni, però, nessuno sembrava pronto a battere in ritirata e dichiarare concluso il movimento di disobbedienza civile che da più di una settimana ha occupato il centro della città. Ciò nonostante, le diverse anime di questo movimento eterogeneo si sono accordate a "non ostruire le vie d'ingresso ai funzionari pubblici che si recano al lavoro". "Non c'è futuro per i giovani senza democrazia", è uno degli slogan che sono circolati tra gli studenti, un sentimento a cui facevano eco moltissime altre voci nella piazza, malgrado l'entusiasmo con cui è stata accolta la folla che ha manifestato. Fra gli interventi, anche quelli di alcune delle persone che hanno subito violenza, ma che si sono tutti detti non intimoriti e determinati ad andare avanti nella lotta per il suffragio universale.
Joshua Wong, il diciassettenne leader del gruppo Scholarism, ha concluso il suo intervento sul palco gridando "Gente di Hong Kong! Aggiungete olio!" - utilizzando lo slang cinese con cui si incoraggia a mettercela tutta, ma dicendo anche che se davvero la polizia dovesse sgomberare violentemente, "gli studenti medi devono tornare a casa subito". Il Movimento degli Ombrelli di Hong Kong è comunque eterogeneo e rifiuta di avere leader, motivo per cui Edwin, un giovane professionista che da cinque notti resiste a Admiralty, dice: "Resterò fino all'ultimo, dobbiamo lottare per il nostro futuro. E' la nostra responsabilità".
Malgrado il senso di vittoria, se non altro morale, che si respirava alla manifestazione, la quantità di voci inverificabili ma discordanti che circolano rispetto alle intenzioni delle forze dell'ordine mostra che il livello di tensione continua ad essere molto alto. E i manifestanti di Hong Kong che non volessero sgomberare, possono ancora essere in pericolo.
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