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>ANSA-BOX/Inchiesta coop, sindacato si costituirà parte civile

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Uiltucs valuta. Il caso dei maxistipendi ai parenti di Soumahoro

ROMA, 17 dicembre 2022, 16:56

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Gabriele Santoro) I lavoratori rimasti senza stipendio e senza lavoro potrebbero costituirsi parte civile, tramite il loro sindacato, in un eventuale processo contro i vertici delle cooperative Karibu e Aid, cioè i familiari del parlamentare Aboubakar Soumahoro. "D'altronde - spiega oggi il segretario della Uiltucs Latina Gianfranco Cartisano - quei lavoratori hanno perso il posto a causa delle loro negligenze. Oltre al danno economico degli stipendi non pagati c'è anche la perdita del lavoro".
    Intanto sui media si diffondono le cifre che i responsabili delle cooperative pro-migranti si sarebbero attribuite come stipendio proprio negli anni su cui la procura di Latina sta indagando: 'buste' attorno ai 4.000 euro, sostiene Repubblica, per il presidente del Consorzio Aid che è stata in un primo momento Marie Terese Mukamitsindo, la suocera del deputato, poi suo figlio Michel Rokundo. Quella stessa Aid che però, secondo le accuse della magistratura, era una delle scatole vuote che avrebbero emesso quelle false fatture che poi venivano messe a bilancio dalla Karibu per evadere le imposte.
    Il gip ha già disposto il sequestro preventivo di circa 650 mila euro nei confronti dei dirigenti di Karibu, e cioè i ruandesi Mukamitsindo, Rokundo e Liliane Murekatete, moglie del deputato ex-sindacalista dei braccianti. Sono tutti indagati, assieme a un altro figlio di Mukamitsindo, Richard Mutangana, e due collaboratrici, la camerunense Ghislaine Ada Ndongo e la ugandese Christine Kabukoma. E le indagini non si fermeranno qui, dato che la stessa Procura di Latina spiegava qualche giorno fa che tra i filoni di inchiesta c'erano, oltre ai "rapporti con l'erario", anche "l'impiego dei fondi erogati, i rapporti con i dipendenti, i soggetti coinvolti".
    I lavoratori lasciati senza stipendio sono furibondi: "Ai datori di lavoro e ai soci i compensi venivano erogati - dava loro voce la Uiltucs qualche giorno fa - ma per i lavoratori non c'erano stipendi, a loro dire a causa dei ritardi degli enti", cioè dei soggetti pubblici che appaltavano loro i progetti di assistenza per i migranti e che, secondo una prima autodifesa dei vertici delle coop, sarebbero stati a loro volta morosi nel trasferimento dei fondi.
    Ma se esistono questi crediti è tutto da verificare: "A noi, nell'ottica degli stipendi ai lavoratori - spiega oggi il segretario Uiltucs Cartisano - non interessa in realtà che si vada a pignoramento, quanto che si attivi la procedura di sostituzione di pagamento". La prevede l'articolo 30 del Codice dei contratti pubblici: se l'affidatario dell'appalto non paga gli stipendi, allora li paga direttamente l'appaltatore, detraendoli dalle somme dovute all'affidatario. Si attende dunque che arrivi un commissario per la Karibu, che nel frattempo è stata messa in liquidazione coatta per troppi debiti dal ministero delle Imprese: sarà lui a questo punto a verificare quale sia l'ammontare di questi crediti. Ma il commissariamento è anche il motivo per cui i capi della Karibu non si fanno più vedere in Ispettorato del Lavoro: lo scorso 14 dicembre cinque lavoratori - 4 di Karibu e 1 di Aid - che reclamavano il loro stipendio sono stati rinviati appunto a quando arriverà il commissario.
    In parallelo intanto il sindacato ha dato mandato a un avvocato di "approntare tutte le opportune iniziative che potranno tutelare, anche in sede penale, i diritti dei lavoratori". "Sì, l'avvocato sta studiando la situazione - conferma Cartisano - per capire anche se l'eventuale costituzione di parte civile sarà fatta dai singoli lavoratori o dal sindacato in loro rappresentanza. La prossima settimana certamente ne sapremo di più".
   

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