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Presentato il Rendiconto sociale 2021 dell'Inps per l'Umbria

Presentato il Rendiconto sociale 2021 dell'Inps per l'Umbria

"La risposta alla crisi pandemica migliore delle altre regioni"

PERUGIA, 18 novembre 2022, 15:37

Redazione ANSA

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In Umbria la risposta alla crisi pandemica, da parte dell'Inps, "è stata migliore e più puntuale che in altre regioni, sia rispetto all'erogazione degli ammortizzatori sociali sia per quanto riguarda il sostegno al reddito più in generale". È il quadro che emerge dal Rendiconto sociale 2021 dell'Inps per la regione Umbria presentato questa mattina a Perugia nella sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni.
    Il volume, redatto dalla direzione regionale dell'Istituto su iniziativa del Comitato regionale, documenta l'attività dell'Inps nel corso dell'anno 2021 e il suo impatto sull'economia dell'Umbria e sulla vita di cittadini, famiglie ed imprese.
    Ad illustrare i principali dati del Rendiconto sono stati il presidente del Comitato regionale Ivano Fumanti e il direttore regionale Inps Umbria Maurizio Emanuele Pizzicaroli, il quali hanno sottolineato anche lo "sforzo straordinario" fatto dai lavoratori e lavoratrici dell'Istituto "per erogare in breve tempo una mole enorme di prestazioni emergenziali, oltre a quelle tradizionali, consapevoli che da loro sarebbe dipesa la vita di tante famiglie e imprese".
    In evidenza, l'attività di vigilanza dell'Istituto che è tradizionalmente diretta, come ricordato, a rilevare, intercettare e contrastare i fenomeni fraudolenti nel mondo del lavoro.
    Nel 2021 la Vigilanza documentale ha realizzato un totale di 3.553.639 euro tra evasione contributiva accertata (3.312.599 euro) e minori prestazioni a seguito di accertamento di lavoro fittizio (241.040 euro). Rispetto al 2020, l'importo accertato tra evasione e minori prestazioni "registra un aumento considerevole".
    Nel corso del 2021 poi i 15 ispettori di vigilanza ispettiva hanno effettuato 236 ispezioni di cui 191 con esito positivo, con una percentuale di irregolarità del 81%.
    L'attività ispettiva complessivamente svolta sul territorio regionale ha determinato, inoltre, l'annullamento di 82 rapporti di lavoro generalmente riconducibili all'inquadramento nella corretta gestione contributiva, nonché l'accertamento di 40 lavoratori in nero e 1.819 irregolari.
    La forza ispettiva è stata fortemente indirizzata, come ricordato, verso l'attività di contrasto alle frodi nei confronti dell'Istituto, riuscendo a smantellare ben 587 rapporti di lavoro non genuini e finalizzati alla percezione di prestazioni indebite. Di particolare rilevanza la massiccia operazione svolta nel settore del taglio boschi dove si registrano ben 562 annullamenti di rapporti di lavoro fittizi.
    Il risparmio complessivamente realizzato è rapportabile ad un valore pari a 1.868.900 euro di prestazioni previdenziali non erogate o recuperate.
    L'attività ispettiva dell'Istituto anche nel 2022 - anticipa inoltre il Report - ha determinato, già nei primi sei mesi dell'anno, il disconoscimento di 526 rapporti di lavoro simulati, stimati in termini di prestazioni indebite in 1.635.600 euro.
    Per quanto riguarda invece la dinamica dei rapporti di lavoro, nel 2021 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 83.116 (46.254 uomini e 36.862 donne), con un incremento rispetto al 2020 del 29,54%, "una forte ripresa che comunque non compensa del tutto il crollo verificatosi l'anno precedente per effetto della pandemia". Le assunzioni a tempo indeterminato sono 11.298, con un aumento del 18,38% rispetto all'anno precedente, mentre quelle a termine e in apprendistato sono 39.854, + 25% in più rispetto al 2020.
    Nel 2021 le variazioni contrattuali dei rapporti di lavoro sono state 8.510, in ulteriore flessione rispetto al 2020 (-9,45%).
    Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono state 5.906, -14,52% (Italia -8,32%). Gli apprendisti trasformati a tempo indeterminato sono stati 2.143, +7,25% (Italia +19,58%).
    Le cessazioni sono state complessivamente 74.384, di cui 18.163 relative a rapporti di lavoro a tempo indeterminato e 27.599 relative a rapporti di lavoro a termine e in apprendistato.
    L'aumento rispetto al 2020 è del 14,09%. In termini di valore assoluto, le cessazioni hanno riguardato più gli uomini che le donne.
    "In una situazione di diminuzione della popolazione complessiva, cresce l'età media della popolazione e quindi la platea di interessati alle prestazioni pensionistiche" è stato affermato introducendo il tema pensioni.
    A gennaio 2021 le pensioni vigenti in Umbria nella Gestione privata sono 327.483, con un aumento di 2.753 prestazioni rispetto allo stesso periodo del 2020 (+0,85%). Le pensioni erogate a persone di sesso femminile sono maggiori di quelle erogate a persone di sesso maschile (190.363 donne; 137.120 uomini). Complessivamente, un pensionato umbro percepisce una pensione media mensile dell'11,09% inferiore alla media nazionale (822,26 euro in Umbria; 924,81 in Italia).
    Le pensioni vigenti in Umbria nella Gestione pubblica invece, sempre al gennaio 2021, sono 51.122, con un aumento di 488 prestazioni rispetto al 2020 (+0,96%). In Umbria le donne pensionate superano di 9.784 unità gli uomini; anche in questo caso l'assegno medio mensile percepito dalle donne risulta più basso (-27,52%) di quello degli uomini.
    Le conclusioni sono state lasciate al presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps Roberto Ghiselli. Non è mancato pure il punto di vista degli stakeholders, con interventi di Andrea Tattini, vicepresidente vicario di Confcommercio Umbria, e Massimiliano Assalve, presidente raggruppamento Ce.Pa Umbria.
    A portare i saluti istituzionali iniziali sono stati il prefetto di Perugia Armando Gradone, il presidente dell'Assemblea Legislativa Marco Squarta, la consigliera della Provincia di Perugia Erika Borghesi e l'assessore al Comune di Perugia Luca Merli.
    La presentazione del Rendiconto si è conclusa con una tavola rotonda che, partendo dai dati forniti dall'Inps, si è incentrata sul tema: "Situazione economica e sociale dell'Umbria. Quali prospettive per la nostra regione".
    Hanno partecipato al dibattito: Michele Fioroni, assessore regionale allo Sviluppo economico, innovazione, digitale e semplificazione; Luca Ferrucci, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese dell'Università degli Studi di Perugia; Simone Cascioli, direttore generale Confindustria Umbria; Vincenzo Sgalla, in rappresentanza di Cgil-Cisl-Uil; Alvaro Giovannini per Confartigianato.
   

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