Oltre alle dichiarazioni a verbale
di Carmine Gallo, l'ex ispettore di polizia a capo, secondo
l'accusa, del presunto gruppo di cyber-spie di Equalize, c'è
un'altra testimonianza che avrebbe individuato in Giacomo Tortu,
fratello del velocista Filippo, il presunto mandante dello
spionaggio ai danni del due volte campione olimpico Marcell
Jacobs.
Da quanto si è saputo, infatti, un'altra persona sentita come
testimone, oltre a Gallo interrogato più volte sui diversi
filoni dell'indagine del pm Francesco De Tommasi e dei
carabinieri del Ros e del Nucleo investigativo di Varese e che è
ai domiciliari da fine ottobre, avrebbe parlato di Giacomo
Tortu, indagato per concorso nelle intercettazioni abusive, come
di colui che avrebbe chiesto a Gallo di acquisire informazioni,
riferibili al 2020 e al 2021, su esiti di analisi del sangue di
Jacobs - mai coinvolto in vicende di doping - e su contenuti di
telefonate e chat tra lui e il suo staff, tra cui pure
l'allenatore e il nutrizionista. Dagli atti era già emerso anche
il ruolo nel contatto con Gallo di un avvocato padovano, che non
risulta indagato.
Secondo le indagini, per quell'operazione, poi, si sarebbero
attivati due degli indagati, Lorenzo Di Iulio e l'hacker esperto
Gabriele Pegoraro, che al momento non sono stati interrogati
nelle indagini. Neanche Giacomo Tortu, allo stato, è stato
sentito, così come il fratello. Non risulta, dagli atti di
indagine raccolti finora, che quest'ultimo abbia avuto un ruolo
nella vicenda. Potrebbe, dunque, essersi trattato di
un'iniziativa autonoma del fratello.
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