Lo hanno ucciso in quattro, con almeno trenta coltellate inferte a turno in organi non vitali, così da prolungarne l'agonia per ore, lasciandolo morire dissanguato.
E il giorno dopo mentre lo seppellivano nel giardino hanno organizzato una grigliata un po' per festeggiare un po' per non dare nell'occhio.
Un delitto di incredibile
violenza e brutalità, in qualche maniera legato alla
'ndrangheta, come lo sono alcuni dei protagonisti, in un'area,
quella della Bassa Comasca, da anni preda di infiltrazioni di
questo genere.
La vittima è Ernesto Albanese, 33 anni, residente a Fino
Mornasco, un'esistenza in bilico sul filo dell'illegalità. Ha
pagato con la vita un debito di droga, ma soprattutto le accuse
inviate tramite Facebook alle persone con cui era entrato in
affari. Per questo la sua esecuzione è stata esemplare, di
quelle riservate a un traditore. Il suo cadavere era stato
trovato tre settimane fa sepolto nel giardino di una villetta a
Guanzate nel comasco. I cinque presunti responsabili
dell'omicidio sono stati individuati negli ultimi giorni della
Polizia di Como, che questa mattina ha notificato in carcere -
dove già si trovano tutti gli arrestati ma per altri fatti -
altrettante ordinanze di custodia cautelare per omicidio,
sequestro di persona, occultamento di cadavere e una serie di
reati collegati. Sono Luciano Nocera, 46 anni, i fratelli
Filippo e Andrea Internicola, 42 e 46 anni, Rodolfo Locatelli,
39 anni e Francesco Virgato, 44 anni, tutti residenti in Comuni
della Bassa Comasca. Una sesta ordinanza, per il solo reato di
occultamento di cadavere, è stata notificata in carcere a
Silvano Melillo, 55 anni. Gli autori materiali del delitto sono
stati individuati in Nocera, l'uomo con cui la vittima aveva un
debito per questioni di droga, Locatelli, Virgato e Andrea
Internicola.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, grazie anche alle
rivelazioni di uno degli arrestati, Virgato e Andrea Internicola
tentato di uccidere una prima volta Albanese il 5 giugno ma
sbagliano casa e obiettivo. Sparano contro un uomo, del tutto
estraneo alla vicenda, che scampa al delitto, in una casa a
corte di Cadorago. Per non commettere altri errori la banda
decide di attirare Albanese in una trappola. Locatelli lo
stordisce a bastonate, lo carica in auto e lo porta in un bosco
a Guanzate, poco distante. A attenderli ci sono Nocera, Virgato
e Andrea Internicola, ma non Filippo perche' malato. Qui il
33/nne viene giustiziato dai suoi aguzzini che si passano il
coltello di mano in mano e poi lo guardano morire dissanguato.
Il cadavere viene sepolto temporaneamente nel bosco. La notte
successiva gli assassini scavano una fossa di tre metri di
profondità con un escavatore nella giardino di una casa nelle
disponibilità degli Internicola. E la mattina dopo, mentre
alcuni di loro vanno a recuperare la salma, gli altri
organizzano la grigliata. Albanese venne quindi calato nella sua
nuova tomba, mentre i suoi assassini mangiano e bevono. Ma
intanto la polizia indagando sulla misteriosa sparatoria di
Cadorago, ha scoperto la scomparsa di Albanese. A fine settembre
vengono arrestati, per altri reati, i fratelli Internicola e
Locatelli, che decide di collaborare e racconta tutto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA