Un personaggio storico o solo frutto
della tradizione? La figura di Cristo è al centro di un nuovo
libro: "Gesù di Nazaret, una storia vera?" di Marco Fasol, edito
da Ares.
La cultura scientifica del mondo contemporaneo richiede
risposte competenti alle domande e alle obiezioni sulla
storicità dei Vangeli. Così Fasol ha deciso di proporre una
indagine, con criteri laici e scientifici, circa l'affidabilità
dei testi che parlano di Gesù. Ci sono innanzitutto i Vangeli
che costituiscono il testo più documentato della storia antica.
Sono più di quindicimila, infatti, i manoscritti del Nuovo
Testamento, in greco, latino e in altre lingue antiche. Un
numero che non ammette paragoni.
Ma a parlare di Cristo sono anche fonti non cristiane. Un
testo fondamentale al proposito è il 'Testimonium flavianum'
scritto dallo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto tra il
37-38 e il 100. E a citare nei loro scritti sia Cristo che i
cristiani sono anche Tacito, Svetonio e Plinio il Giovane.
Tornando ai Vangeli, l'analisi linguistica rivela nel testo
originale greco le evidenti tracce semitiche della madrelingua
di Gesù. Mentre le più recenti acquisizioni delle scienze
storiche focalizzano l'analisi sui fondamenti storici degli
incontri col Risorto. Infine nel nuovo saggio si analizzano le
fonti apocrife, individuando le leggende e le deformazioni
filosofiche che hanno alterato e manipolato la tradizione più
antica.
Con gli stessi criteri scientifici un capitolo del libro
indaga anche la coincidenza fra la Sindone e il Sacro Lino che
ha avvolto il corpo di Cristo alla sua morte.
Ma perché uno studio scientifico su Cristo che è alla base di
una fede? Per Fasol è necessario "uno studio critico, laico, sul
valore storico dei Vangeli, senza il quale qualsiasi discorso su
Gesù e sul cristianesimo - spiega nell'introduzione - rimane
vacillante sulle sabbie mobili del sospetto e dello
scetticismo".
"Conoscere Cristo e tutto ciò che lo riguarda - sottolinea
Domenico Repice nella prefazione - è un dovere storico,
culturale e spirituale. Anche perchè la sua 'pretesa' messianica
interpella ogni uomo e ogni donna di buona volontà".
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