Permette al chirurgo di
eseguire interventi complessi con un'invasività ridotta, così
come le complicanze e i tempi di ricovero, favorendo poi un più
rapido recupero funzionale del paziente, il nuovo robot
chirurgico "Leonardo Da Vinci XI" ad alta definizione a
disposizione di chirurgia, urologia e ginecologia degli ospedali
di Foligno e Spoleto. E' stato acquistato dalla Usl Umbria 2 ed
'in servizio' da inizio giugno.
"Oggi è una giornata importante perché si realizza un
intervento in collaborazione tra la Regione, le Usl, gli
operatori e i professionisti per mantenere, non solo la storia
che ha caratterizzato il presidio ospedaliero di Spoleto, ma per
guardare avanti e con un occhio diverso al futuro che si apre
anche a nuove prospettive" ha detto l'assessore regionale alla
Salute Luca Barberini in una conferenza stampa nella quale è
stato fatto il punto della situazione. "A Spoleto è nata una
scuola di chirurgia robotica - ha proseguito - ma forti di
questa tradizione, ora occorre cambiare passo per rispondere
alle nuove esigenze di salute dei cittadini. Con la scelta di
acquistare questo strumento di avanguardia abbiamo voluto
guardare ad una sanità innovativa che non si ferma. Per questo
robot abbiamo investito 3 milioni di euro facendo la scelta di
metterne a disposizione uno ogni 300 mila abitanti".
L'assessore ha quindi evidenziato che "questi investimenti
sono fatti anche grazie alla collaborazione e dietro la spinta
di professionisti esperti e motivati che hanno fatto esperienza
anche fuori dalla regione e che ora si mettono a disposizione
dei presidi ospedalieri, come quelli di Spoleto e Foligno, che
lavorano in collaborazione in queste due realtà ospedaliere che
possiamo definire come il terzo polo della sanità umbra". "Il
lavoro di squadra e la collaborazione tra i due ospedali - ha
detto ancora Barberini - è la sfida che abbiamo per i prossimi
anni che sarà portata avanti potenziando le strutture
nell'ottica di un modello attrattivo anche per altre realtà
grazie all'innovazione e alla competenza dei professionisti e
con l'idea di abbattere sempre di più le distanze".
L'assessore ha poi ricordato che "l'Umbria è ancora una volta
regione benchmark per la sanità italiana grazie al lavoro di
tutti". "Il 95 per cento degli umbri, pur avendone la
possibilità - ha aggiunto -, sceglie di farsi curare nelle
strutture sanitarie e con i professionisti che operano
all'interno della regione. Ciò significa che i servizi sanitari
e i professionisti che vi operano sono in grado di dare risposte
di assoluta qualità. Questo è il lavoro che continueremo a fare
nei prossimi per fare il meglio possibile e per elevare la
nostra sanità".
Il direttore generale della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, ha
affermato che l'Azienda ha "creduto fortemente" in questo
investimento.
All'incontro sono intervenuti anche Umberto De Augustinis,
sindaco di Spoleto, Luca Sapori, direttore del presidio
ospedaliero di Spoleto, Graziano Ceccarelli, Giampaolo
Castagnoli e Luigi Mearini, rispettivamente direttori delle
strutture complesse di chirurgia generale di Foligno e Spoleto e
dell'urologia folignate e il responsabile della ginecologia
dell'ospedale di Spoleto, Fabrizio Damiani.
I medici responsabili delle strutture complesse che
utilizzano il robot hanno quindi spiegato che si tratta "di uno
strumento di ultima generazione per la chirurgia robotica
mininvasiva più evoluta, grazie al quale l'atto chirurgico
diviene sensibilmente più preciso garantendo il rispetto delle
strutture 'nobili' da cui spesso dipende la qualità di vita del
paziente". "Nella maggior parte dei casi - hanno aggiunto - il
robot infatti, è dedicato al trattamento delle patologie
oncologiche, dove la radicalità 'curativa' deve trovare il
giusto bilanciamento con la necessità di preservare quanto più
possibile la funzione dell'organo ammalato". In ambito di
chirurgia generale, il robot è utile nel trattamento della
patologia oncologica del fegato, vie biliari, pancreas e di
tutto il tratto intestinale (in particolare colon e retto) e in
alcune patologie disfunzionali del tratto gastroenterico.
In ambito urologico, il Da Vinci è utile nel trattamento della
patologia oncologica del rene, prostata, vescica, e in alcune
patologie disfunzionali dell'alto e basso apparato urinario.
"Tale mole di prestazioni, se da una parte rappresenta un
notevole impegno economico per l' Azienda sanitaria - è stato
detto ancora -, dall'altra permette il corretto raggiungimento
del giusto rapporto costo-beneficio, tenendo conto che il robot,
oltre al costo di acquisto iniziale, ha dei notevoli costi di
manutenzione ordinaria, che non sarebbero giustificati nel caso
di un suo impiego ridotto. Per l'anno in corso ed i successivi,
le previsioni di impiego saranno di almeno sei procedure
maggiori alla settimana, suddivise fra le varie specialità, fino
ad un numero annuo di prestazioni che dovrebbero agevolmente
raggiungere le oltre 200. Con riferimento al 2017 e fino al
Marzo 2018, le strutture che hanno impiegato tale tecnologia,
vale a dire la chirurgia generale di Spoleto e di Foligno e
l'urologia, hanno eseguito in totale 116 procedure: sei per
neoplasie dello stomaco, 14 per neoplasie del colon, cinque per
neoplasia del retto, 13 per neoplasie del rene, 63 di
prostatectomia radicale, una cistectomia. Sono stati inoltre
eseguiti ulteriori interventi di ginecologia, chirurgia generale
ed urologia per patologie di tipo funzionale.
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