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Arriva robot chirurgico alta definizione

Arriva robot chirurgico alta definizione

In ospedali Foligno e Spoleto per interventi meno invasivi

SPOLETO (PERUGIA), 29 giugno 2018, 16:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Permette al chirurgo di eseguire interventi complessi con un'invasività ridotta, così come le complicanze e i tempi di ricovero, favorendo poi un più rapido recupero funzionale del paziente, il nuovo robot chirurgico "Leonardo Da Vinci XI" ad alta definizione a disposizione di chirurgia, urologia e ginecologia degli ospedali di Foligno e Spoleto. E' stato acquistato dalla Usl Umbria 2 ed 'in servizio' da inizio giugno.
    "Oggi è una giornata importante perché si realizza un intervento in collaborazione tra la Regione, le Usl, gli operatori e i professionisti per mantenere, non solo la storia che ha caratterizzato il presidio ospedaliero di Spoleto, ma per guardare avanti e con un occhio diverso al futuro che si apre anche a nuove prospettive" ha detto l'assessore regionale alla Salute Luca Barberini in una conferenza stampa nella quale è stato fatto il punto della situazione. "A Spoleto è nata una scuola di chirurgia robotica - ha proseguito - ma forti di questa tradizione, ora occorre cambiare passo per rispondere alle nuove esigenze di salute dei cittadini. Con la scelta di acquistare questo strumento di avanguardia abbiamo voluto guardare ad una sanità innovativa che non si ferma. Per questo robot abbiamo investito 3 milioni di euro facendo la scelta di metterne a disposizione uno ogni 300 mila abitanti".
    L'assessore ha quindi evidenziato che "questi investimenti sono fatti anche grazie alla collaborazione e dietro la spinta di professionisti esperti e motivati che hanno fatto esperienza anche fuori dalla regione e che ora si mettono a disposizione dei presidi ospedalieri, come quelli di Spoleto e Foligno, che lavorano in collaborazione in queste due realtà ospedaliere che possiamo definire come il terzo polo della sanità umbra". "Il lavoro di squadra e la collaborazione tra i due ospedali - ha detto ancora Barberini - è la sfida che abbiamo per i prossimi anni che sarà portata avanti potenziando le strutture nell'ottica di un modello attrattivo anche per altre realtà grazie all'innovazione e alla competenza dei professionisti e con l'idea di abbattere sempre di più le distanze".
    L'assessore ha poi ricordato che "l'Umbria è ancora una volta regione benchmark per la sanità italiana grazie al lavoro di tutti". "Il 95 per cento degli umbri, pur avendone la possibilità - ha aggiunto -, sceglie di farsi curare nelle strutture sanitarie e con i professionisti che operano all'interno della regione. Ciò significa che i servizi sanitari e i professionisti che vi operano sono in grado di dare risposte di assoluta qualità. Questo è il lavoro che continueremo a fare nei prossimi per fare il meglio possibile e per elevare la nostra sanità".
    Il direttore generale della Usl Umbria 2, Imolo Fiaschini, ha affermato che l'Azienda ha "creduto fortemente" in questo investimento.
    All'incontro sono intervenuti anche Umberto De Augustinis, sindaco di Spoleto, Luca Sapori, direttore del presidio ospedaliero di Spoleto, Graziano Ceccarelli, Giampaolo Castagnoli e Luigi Mearini, rispettivamente direttori delle strutture complesse di chirurgia generale di Foligno e Spoleto e dell'urologia folignate e il responsabile della ginecologia dell'ospedale di Spoleto, Fabrizio Damiani.
    I medici responsabili delle strutture complesse che utilizzano il robot hanno quindi spiegato che si tratta "di uno strumento di ultima generazione per la chirurgia robotica mininvasiva più evoluta, grazie al quale l'atto chirurgico diviene sensibilmente più preciso garantendo il rispetto delle strutture 'nobili' da cui spesso dipende la qualità di vita del paziente". "Nella maggior parte dei casi - hanno aggiunto - il robot infatti, è dedicato al trattamento delle patologie oncologiche, dove la radicalità 'curativa' deve trovare il giusto bilanciamento con la necessità di preservare quanto più possibile la funzione dell'organo ammalato". In ambito di chirurgia generale, il robot è utile nel trattamento della patologia oncologica del fegato, vie biliari, pancreas e di tutto il tratto intestinale (in particolare colon e retto) e in alcune patologie disfunzionali del tratto gastroenterico.
    In ambito urologico, il Da Vinci è utile nel trattamento della patologia oncologica del rene, prostata, vescica, e in alcune patologie disfunzionali dell'alto e basso apparato urinario. "Tale mole di prestazioni, se da una parte rappresenta un notevole impegno economico per l' Azienda sanitaria - è stato detto ancora -, dall'altra permette il corretto raggiungimento del giusto rapporto costo-beneficio, tenendo conto che il robot, oltre al costo di acquisto iniziale, ha dei notevoli costi di manutenzione ordinaria, che non sarebbero giustificati nel caso di un suo impiego ridotto. Per l'anno in corso ed i successivi, le previsioni di impiego saranno di almeno sei procedure maggiori alla settimana, suddivise fra le varie specialità, fino ad un numero annuo di prestazioni che dovrebbero agevolmente raggiungere le oltre 200. Con riferimento al 2017 e fino al Marzo 2018, le strutture che hanno impiegato tale tecnologia, vale a dire la chirurgia generale di Spoleto e di Foligno e l'urologia, hanno eseguito in totale 116 procedure: sei per neoplasie dello stomaco, 14 per neoplasie del colon, cinque per neoplasia del retto, 13 per neoplasie del rene, 63 di prostatectomia radicale, una cistectomia. Sono stati inoltre eseguiti ulteriori interventi di ginecologia, chirurgia generale ed urologia per patologie di tipo funzionale.
   

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