Nella zona di Tovo di Tel fra Lagundo e Parcines l'Ufficio sistemazione bacini montani ovest ha realizzato una nuova rete di protezione contro le frane.
Si tratta di una barriera costruita con cavi e reti in acciaio e ancorata al suolo per mezzo di un cavo di ancoraggio nel letto del torrente e sugli argini.
La barriera è alta circa 4 metri e larga tra 6 e 12 metri,
riferisce il responsabile del cantiere Roland Schweitzer
dell'Ufficio sistemazione bacini montani ovest dell'Agenzia per
la protezione civile. Si tratta di un manufatto di tipo
innovativo costruito dalla squadra di operai guidati da Stefan
Kobald. Nel mezzo della barriera al livello del ruscello il
manufatto presenta un'apertura, così che la rete possa svuotarsi
il più autonomamente possibile in caso di eventi e piene di
media entità. In questo modo la barriera dovrebbe richiedere una
manutenzione inferiore rispetto alle barriere normalmente
installate. In collaborazione con la Facoltà di Scienze e
Tecnologia della di unibz e la società Maccaferri, sono stati
installati sistemi di monitoraggio con telecamere, tecnologie di
misurazione e pannelli fotovoltaici. Gli scienziati stanno
studiando principalmente il comportamento delle frane, gli
esperti dell'azienda geotecnica il comportamento del materiale e
la tensione sui cavi d'acciaio.
Il manufatto offre anche l'occasione di testare un nuovo
sistema di segnalazione che informa in tempo reale ai confinanti
della zona a ogni nuovo distacco di materiale. I confinanti
possono così chiudere i propri impianti di irrigazione, così da
non sporcarli con il materiale detritico. Il progetto è partito
lo scorso anno, i lavori sono iniziati ad aprile e ora il
cantiere è stato completato. I costi ammontano a circa 50.000
euro.
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