L'astensionismo è lo sfida più
temuta al ballottaggio domenica 18 maggio a Bolzano e Merano. Il
politologo altoatesino Günther Pallaver, interpellato dall'ANSA,
prevede un ulteriore calo, in linea con il trend che vede
"l'affluenza nei grandi Comuni a forte presenza italofona
mediamente più bassa, perché gli elettori di lingua italiana
disertano le urne più di quelli di lingua tedesca".
"Uno sguardo alle elezioni comunali del 2020 a Bolzano e
Merano ci dice che il ballottaggio non ha portato a una
mobilitazione dei due schieramenti", prosegue Pallaver. "Nel
ballottaggio dello scorso anno a Laives, la bassa affluenza alle
urne del primo turno è invece leggermente migliorata (dal 52,4%
al 56,6%). Il confronto elettorale tra il candidato della Svp e
quello della destra aveva portato a una certa mobilitazione a
causa del 'taglio etnico' che la campagna elettorale aveva
assunto nel ballottaggio".
"Fortunatamente - prosegue il politologo -, a Bolzano non si
osserva una mobilitazione 'etnica' e non c'è nemmeno una forte
polarizzazione politica tra sinistra e destra. Ciò potrebbe
essere dovuto al candidato moderato del centrodestra". A questo
proposito, Pallaver ipotizza che l'affluenza alle urne a Bolzano
"non si impennerà e potrebbe addirittura tendere a diminuire,
dato che diversi partiti non hanno dato alcuna indicazione di
voto".
A Merano le cose sono un po' diverse, evidenza Pallaver. "Lì
prevale un'atmosfera da gladiatori in miniatura, dove Katharina
Zeller, la donna, che sfida Dario Dal Medico, l'uomo. La
polarizzazione politica è più accentuata a Merano che a Bolzano,
perché il vicesindaco, che ha una mentalità eco-sociale, sfida
il sindaco conservatore. E anche se non apertamente, ci si
chiede se Merano continuerà ad avere un sindaco italiano o una
sindaca di lingua tedesca. Tutto questo potrebbe portare a un
leggero aumento dell'affluenza alle urne", conclude il
politologo.
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