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Sinner, 'il traguardo di cui parlerei a un figlio è il n.1'

Sinner, 'il traguardo di cui parlerei a un figlio è il n.1'

Intervista del campione azzurro sul sito di Intesa Sanpaolo

ROMA, 29 aprile 2025, 17:39

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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"Il n.1 non è un trofeo ma è il traguardo di cui parlerei a un figlio, stare 52 settimane in vetta è una cosa grande. Bambini? Mi piacciono tanto e certo che penso ad avere dei figli, ma non ora perché non riuscirei ad essere il papà che vorrei. E' troppo presto per me". Jannik Sinner si prepara al ritorno in campo dopo i tre mesi di stop per il caso clostebol: intanto, nel count down verso il rientro previsto a Roma agli Internazionali, il campione altoatesino si racconta in una intervista esclusiva pubblicata sul sito di Gruppo Intesa Sanpaolo nell'area dedicata alla Community.
    "La chiave per restare a certi livelli - afferma - è che ogni giorno è una opportunità di far vedere che sei migliorato anche in allenamento: se sei costante i risultati primo o poi arrivano. Il tennis dovrà trovare un modo per far appassionare i giovani, il nostro è uno sport che ha tanta storia e tante regole, non potremo cambiarle soprattutto negli slam, ma sono convinto che sarà una piccola rivoluzione".
    Tre parole in cui riconoscersi: talento, costanza e passione.
    "Aggiungo dedizione e la metto al primo posto, perché a volte non hai neanche voglia di allenarti e invece lo fai e fa la differenza. Il talento va all'ultimo posto, la costanza è molto importante ed è legata alla dedizione, la passione è normale averla. Metti tutte le cose insieme e con il talento diventi un giocatore fortissimo".
    Per raggiungere certi livelli le rinunce sono un obbligo.
    "Tante rinunce, uscire la sera, fare qualche sciatina in più, andare al mare: ma ho 23 anni ho fatto tante cose per stare in questa posizione e non voglio buttar via tutto. So che la vita vera è fuori dal campo: l'importante è tenere tutto in equilibrio. Sono cresciuto velocemente, ho dovuto imparare a fare la spesa, le lavatrici. A 14 anni stavo con una famiglia croata che vedevo più della mia".
    Tra le persone più importanti Sinner indica "Alex Vittur, non è solo il mio miglior amico, è la persona di cui mi fido di più" e racconta di aver "pianto tanto da piccolo, quando dovevo stare furi casa per i tornei. E mi capita anche adesso, perché quando vinco sono calmo ma quando perdo ho i miei momenti no. Ora sono contento del mio comportamento in campo". Quanto alla crescita sportiva il n.1 sottolinea che "ora sono più consapevole dei miei mezzi: sul dritto abbiamo fatto grandi passi avanti e anche il servizio è migliorato molto. Il rovescio resta il mio più naturale".
    "Una promessa? Speriamo di tornare in campo... - conclude ridendo - Intanto, che lavorerò tantissimo e darò il massimo poi i risultati verranno".
   

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