C'è un posto sulle colline
fiorentine in cui il ct della nazionale, Luciano Spalletti,
confessa di trovare le idee migliori per il suo calcio. Qui c'è
la casa di famiglia, a Montaione, uno dei borghi più belli della
Toscana, a pochi passi da Empoli. Ed è qui che l'intuito
dell'allenatore si sposta dai campi di calcio alle vigne, tra
asini, cavalli, mucche e galline, "nell'attesa interminabile"
che lo separa da un impegno all'altro con la sua nazionale.
E' Montaione, borgo fiorentino a due passi da Empoli dove
'Lucio', come lo chiamano gli amici, ha dato forma insieme a suo
fratello Marcello a La Rimessa Experience, una tenuta di
cinquanta ettari dove passa il suo tempo libero "lasciando che
la connessione con la natura faccia fermentare le idee". La
Rimessa è un posto caro a tutta la famiglia, come testimoniano i
due spaventapasseri - che sono in realtà un'opera d'arte
realizzata da Eugenio Taccini - posti all'ingresso della tenuta,
che si chiamano Carl e Marce a ricordo del papà e del fratello
di Spalletti prematuramente scomparsi.
Qui il tecnico ha vissuto anche i due anni che sono passati
tra l'Inter e il Napoli. E ci torna spesso, lasciando appena
puo' Milano dove vive con la sua famiglia. Ma tutto anche in sua
assenza parla di lui, dei suoi successi, della sua vita in
panchina. Un luogo dove riesce a concentrarsi per trovare le
soluzioni migliori per le sue squadre. "Il silenzio delle
colline - confessa durante un pranzo con la stampa - è la cosa
più bella del mondo, perché trovi quella tranquillità per
riuscire a pensare e ti senti un po' come un monaco in un
convento. È bello andare a toccare la profondità dei propri
sentimenti".
Spalletti nella sua casa produce olio e vino e trova in
questa attività molte analogie col mestiere dell'allenatore.
"Entrambe le attività - spiega - ti permettono di lavorare
all'aria aperta, di creare strategie, contenuti e cercare
soluzioni. Poi ci sono i risultati, sia il vincere una partita
importante che aver prodotto un ottimo vino, mi dà grandissima
soddisfazione".
Proprio qui passa giorni e giorni a studiare e aggiornarsi,
circondato dai ricordi del passato. C'è un quadro risalente agli
anni in nerazzurro in cui Spalletti è ritratto come il
protagonista del celebre L'urlo di Munch. In un altro, che
presumibilmente si rifà al periodo romano, Luciano è un
gladiatore.
Nonostante il suo sia un lavoro totalizzante, non c'è niente
che accade dentro quei confini di cui Spalletti non è a
conoscenza. Quando torna, raccontano gli operai, fa subito un
giro per capire cosa si può ancora migliorare. Oltre all'oliveta
c'è una vigna dove nascono le uve dei suoi vini, molti dei quali
con nomi 'calcistici'. Bordocampo, Contrasto, rossodiretto in
attesa del prossimo che si chiamerà Rabona.
Girando tra casolari e campi si entra a contatto diretto con il
temperamento di Luciano, con la sua voglia di imparare sempre
cose nuove, con la dedizione e la cura del dettaglio, ma si
respira un'immensa passione per il calcio, che prende forma
nella infinita collezione di maglie che custodisce con cura
insieme ai ritagli di giornali che raccontano la sua vita
sportiva.
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