"E' bianca, è bianca". La voce corre piano lungo la navata di Santa Maria Maggiore e arriva fino a chi, proprio in quel momento, sta pregando davanti alla tomba di Francesco.
"Incredibile, eravamo proprio qui" dice una coppia di ragazzi italiani mentre si allontana a passo svelto. Il personale della Basilica, che tante volte aveva visto Bergoglio in preghiera sotto questi archi, sorride commosso: "Abbiamo il Papa". La conferma arriva dal pulpito.
Sale un sacerdote, subito dopo l'omelia: "Poco fa c'è stata la fumata bianca, è stato eletto il papa. Non lo conosciamo ma preghiamo già per lui" annuncia ai fedeli, che scoppiano in un applauso, guardando verso il sepolcro nuovo e illuminato del predecessore. Soltanto pochi istanti prima il celebrante aveva pregato: "Dona alla tua chiesa un pastore" e chi ha fede non crede nelle coincidenze, specie se ha viaggiato migliaia di chilometri per essere qui, sotto questi cassettoni dorati dove adesso si sente la parola 'bianca' in tutte le lingue.
Qualcosa, dopo l'annuncio, è cambiato nel ritmo della gente, nella cadenza del passo di chi, nel giorno in cui tutti aspettavano un nuovo Papa, era andato a trovare il Pontefice appena scomparso. Perché, sì, "se ne fa un altro - diceva una donna con accento veneto - ma lui era speciale". Francesco per tutti quelli che sono nella Basilica è stato e resta un modello.
"Il prossimo Papa - dicono i fedeli in coda - segua i suoi insegnamenti".
Don Savino Lamberti, della piccola opera della Divina provvidenza, Opera don Orione, guida un gruppo di circa 200 pellegrini sardi. "Auspico che ci sia una continuità sulle orme di Francesco - dice - Naturalmente ogni Papa ha la sua priorità, anche di scelte pastorali, ognuno ha le sue capacità umane. Ma è altrettanto ovvio che non si può più tornare indietro e sicuramente ci sarà un'apertura. Io credo che sia questo il punto essenziale".
L'Esquilino, si sarebbe detto solo poco fa, non è il Vaticano. Lì, in piazza, fervore e attesa, gli occhi al comignolo: al cielo. Qui invece lo sguardo va in basso, alla terra, alla lastra di marmo chiaro con quella scritta così semplice eppure così sufficiente: 'Franciscus'. Il Conclave c'era anche qui, stamattina, ma come smorzato dalla distanza.
"E' nera, è nera" era corsa la voce ore fa, in fila lungo il fianco della basilica papale. Con un filo quasi, di sollievo: c'è tempo di visitare Francesco. Ora questa distanza tra le due piazze sembra annullata. Si affrettano a uscire le suore in velo grigio e gli adolescenti in maglietta colorata: il popolo di Francesco è pronto a diventare già stasera il popolo di un altro pontefice, tutto da conoscere. "Andiamo in Vaticano" dice un gruppo parrocchiale del Sud, allontanandosi dalla basilica, ma è ovvio che lo stanno facendo tutti. A quest'ora non c'è più fila per Francesco, sfilano gli ultimi pellegrini prima che la basilica chiuda per la notte. Sul sagrato una suora segue dallo smartphone la diretta da San Pietro. Lungo le cancellate di Santa Maria Maggiore qualcuno ha lasciato dei mazzetti di tulipani rosa, e sui petali ha scritto 'Love Papa Francesco'.
Poco più in là ci sono i venditori di souvenir che invece sono pronti a esporre il volto del nuovo Papa, il prima possibile.
Per loro sarà una lunga nottata di lavoro, e anche questa è Roma.
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