Chiaro e forte il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso - che ha illustrato alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'ultimo anno di attività di 'giudice delle leggi' della Corte - ha detto, nella conferenza stampa che ha seguito la riunione straordinaria dei giudici costituzionali, che i provvedimenti dei giudici sono criticabili, anche in modo aspro, ma "non è accettabile, invece, che vi siano attacchi personali perché poi si finisce sul terreno scivoloso della delegittimazione della magistratura".
Preambolo a queste affermazioni a difesa di giudici e pm è stato il richiamo alle "vicende dei cittadini di Paesi terzi", ossia il grande tema dei migranti e dei diritti, e alle diverse pronunce dei giudici. E come non ricordare la giudice della sezione migranti di Roma, Silvia Albano, finita sotto scorta per non aver convalidato i trattenimenti in Albania.
Per quanto riguarda invece più strettamente il lavoro della Corte, e dunque non quello dei rapporti tra politica e magistratura, il presidente Amoroso è stato attentissimo a richiamare tutte le prerogative del Parlamento nel legiferare sui temi sensibili, come quello del fine vita per il quale manca ancora una legge, ricordando che la Consulta interviene con moniti e richiami più volte ripetuti, e poi, inascoltata, ha finito per dichiarare "non punibile la condotta di agevolazione al suicidio medicalmente assistito" delle persone che ricevono "trattamenti di sostegno vitale" anche da familiari e care-giver che hanno imparato le procedure dai sanitari.
"Il riconoscimento di nuovi diritti spetta al Parlamento e anche la loro estensione appartiene alla dinamica della politica" ma "ai limiti generali del potere legislativo sono riconducibili il canone della ragionevolezza e quello della proporzionalità, l'uno e l'altro sempre più ricorrenti nella giurisprudenza recente", ha sottolineato Amoroso. Anche l'esecuzione della pena, ha ricordato il presidente, deve avvenire con l'obiettivo della rieducazione e "senza aggravamenti ulteriori", come stabilito dalla Consulta, che nella sua 'produzione' del 2024 ha avuto modo di ribadire che "il diritto all'abitazione è un diritto individuale inviolabile", o che le scelte che riguardano i minori vanno fatte tenendo come 'bussola' il loro "best interest". Amoroso ha poi richiamato la pronuncia che ha allentato il paletto della differenza di età tra adottante e adottato, e la tutela per il "convivente di fatto" in tema di impresa familiare.
Quanto al 'volume' del lavoro dei giudici costituzionali, "il calo numerico", delle loro sentenze, "non significa una minore importanza delle questioni, come mostra la percentuale crescente degli accoglimenti: delle 212 pronunce dello scorso anno ben 94 contengono dispositivi di illegittimità costituzionale, ossia quasi il 50%". "È una tendenza recente degli ultimi anni; in un passato meno recente questa percentuale era sensibilmente minore", ha sottolineato Amoroso a indicare un certo prestare il fianco che connota, più che in passato, la produzione normativa del Legislatore, nazionale e regionale.
Inevitabile il richiamo al verdetto che due giorni fa ha messo fuori gioco per la rielezione il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e quello del Veneto, Luca Zaia. Nel confermare il 'no' al 'terzo mandato', "la Corte si è preoccupata di affrontare il tema in termini generali per ricostruire l'assetto di sistema, con riferimento anche ad altre Regioni in modo da affermare un principio che valga per tutti e quindi questo vale per la Regione Campania e vale per tutte le Regioni a statuto ordinario. Non ci siamo occupati delle Regioni a statuto speciale, la pronuncia riguarda quelle a statuto ordinario", ha concluso Amoroso.
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