Le associazioni di rappresentanza dei
commercialisti Sic, Unagraco e Ancal hanno scritto una lettera
alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ad altri
esponenti dell'Esecutivo, sostenendo di dover sottoporre alla
loro attenzione quanto sta accadendo "sul disegno di legge
delega recante delega al governo di riforma del nostro
ordinamento professionale. Nell'ultimo anno, nei confronti di
quella che si avvia ad essere la tanto auspicata modifica della
carta fondativa della categoria, il Consiglio nazionale dei
commercialisti ha intrapreso un percorso democratico e condiviso
con gli Ordini territoriali e le organizzazioni sindacali,
chiedendo più volte osservazioni e suggerimenti che, in buona
parte, sono state recepite nel corso delle consultazioni".
E, segnalano, "la bozza di ordinamento proposta al Legislatore
ha, pertanto, completato un percorso che è stato criticato da
pochi (solo 8 Ordini su 132) ma condiviso e accolto con grande
entusiasmo dalla maggior parte degli Ordini territoriali e,
soprattutto, dagli iscritti che finalmente possono, in qualche
modo, incidere sulla scelta dei propri organi centrali".
Nella previsione del nuovo ordinamento, scrivono i sindacati,
"si riduce, finalmente, la supremazia degli ordini di maggiori
dimensioni ma, soprattutto evita accordi "tra pochi" a scapito
della maggioranza degli iscritti. È proprio in questo senso che
alcune organizzazioni, che dispongono di buone risorse
finanziarie, si possono permettere di acquistare intere pagine
di importanti quotidiani - spiegano - al solo fine di cercare di
ottenere un rinvio del nuovo sistema elettorale "alla prossima
elezione per il rinnovo dei vertici (sia territoriali che
nazionali), facendo sì che il confronto elettorale non sia in
alcun modo alterato".
I sindacati, infine, confidano che Meloni, i ministeri
competenti e lo stesso governo "possano approvare tale bozza per
rendere il nostro Ordine più moderno, funzionale e pienamente
democratico".
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