"Amministrare un'azienda
sequestrata è un ruolo di grande responsabilità nei confronti
dei dipendenti e della giustizia. Riportare una società nella
legalità è molto difficile, però lavorando in sinergia con la
giustizia e l'Agenzia dei Beni sequestrati possiamo non soltanto
espropriare il mafioso del suo patrimonio, ma anche tutelare
migliaia di dipendenti che hanno un posto di lavoro, nella
prospettiva di consegnare aziende risanate ad una corretta
concorrenza". Lo ha detto Vincenzo Moretta, presidente
dell'Ordine dei commercialisti di Napoli, nel corso del forum
"Nomina, poteri e responsabilità dell'amministratore
giudiziario".
"L'attività degli amministratori scelti dai giudici sta
diventando più complessa perché l'aggressione ai patrimoni si è
allontanata dall'immagine dei terreni tolti al mafioso", ha
evidenziato Bruno D'Urso, presidente aggiunto sezione GIP del
Tribunale di Napoli. "Ormai la terza generazione di malavitosi
ci impone di confrontarci con realtà inserite nel tessuto
industriale internazionale con un portato di risorse umane che
ci obbliga ad affrontare la problematica della gestione a 360
gradi".
"Le statistiche sono sempre peggiori, nonostante gli sforzi",
ha sostenuto Catello Maresca, sostituto procuratore della
Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli. "Probabilmente
è un problema strutturale, che possiamo combattere da parte
nostra con la formazione e una preparazione sempre migliore
verso un tema che è stato affrontato solo di recente dalla
politica". "Nella fase di gestione dei beni sequestrati possiamo
utilizzare parte delle risorse confiscate per interventi volti a
mantenere in vita il bene, con azioni di manutenzione ordinaria
o straordinaria", ha spiegato Umberto Postiglione, direttore
dell'Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati, mentre per
Gabriella Maria Casella, presidente sezione GIP del Tribunale di
Santa Maria Capua Vetere, "bisogna apportare modifiche a quello
che è l'impianto del Codice Antimafia. Occorre una soluzione
precisa degli amministratori giudiziari e una sinergia effettiva
tra magistratura, Agenzia dei Beni sequestrati e amministrazione
giudiziaria".
"Stiamo lavorando in più direzioni per la soluzione dei
problemi più urgenti - ha sottolineato Arcangelo Sessa,
consigliere delegato dell'Odcec partenopeo - dall'accesso al
credito con gli istituti bancari al punto dolente legato alla
rappresentanza legale".
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