Borse nella fase critica dell'anno,
con possibilità però di schiarite verso fine 2025. Treasuries
Usa sotto pressione, ma col paracadute della Fed, a differenza
dell'azionario che si sente 'abbandonato', per ora, dalla banca
centrale e dalla Casa Bianca. E oro compratissimo: con uno
sfondo geopolitico insidioso, dove Taiwan è il punto di caduta
dello scontro finanziario fra Usa e Cina, le banche centrali di
Cina, India, Turchia diversificano dai dollari per
approvvigionarsi del metallo prezioso: un trend destinato ad
accelerare se Cina e India volessero anche solo avvicinarsi ai
livelli occidentali di copertura delle riserve attraverso
lingotti.
E' lo scenario descritto da Antonio Cesarano, chief global
strategist di Intermonte, che vede l'atteggiamento di Trump
culminato con dazi stellari e la voglia di disimpegno militare
da teatri che non siano l'Indo-pacifico come "imperial fatigue",
stanchezza imperiale. Per la Borsa, che oggi si sente
'abbandonata' dai vincoli della Fed da una parte, e dal
disinteresse di un'amministrazione Trump più attenta al suo
elettorato popolare, "questo periodo è quello più pericoloso",
spiega Cesarano. Deve prima finire la fase negoziale sui dazi,
che si prolungherà almeno fino a giugno, e poi sarà possibile
"un buon finale su mercati a fine anno".
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