L'istituto italiano di cultura di Tel
Aviv propone un ciclo di incontri dal titolo "Opera Aperta": un
viaggio nell'opera di Giacomo Puccini. Gli appuntamenti, presso
l'Israeli Opera, dedicati alla produzione del compositore
toscano sono tre, condotti da Sofia Mazar, Teaching Fellow
all'Università Ebraica di Gerusalemme e Vocal Coach e Lecturer
presso l'Accademia di Musica e Danza di Gerusalemme. Partecipano
anche giovani cantanti lirici che accompagneranno le lezioni.
Il primo appuntamento ha avuto come tema 'La Bohème', una
pietra miliare nella storia dell'opera lirica. All'incontro è
seguita una visita guidata al backstage e ai laboratori, dove
prendono vita scenografie, costumi e tutti gli elementi che
contribuiscono alla magia dello spettacolo. Il prossimo
appuntamento è per il 7 maggio e avrà per tema il linguaggio
musicale, l'uso del leitmotiv e l'eredità di Puccini. Con Sofia
Mazar partecipano Karin Faingold (soprano), Veronika Odintsov
(soprano), Romi Zelig (soprano) e Dmitrii Negrimoskii
(baritone).
Durante la sua vita, Puccini dovette confrontarsi con una
critica spesso ostile e poco comprensiva, come quella di Fausto
Torrefranca nel 1912, che contestava la struttura "frammentata e
priva di sviluppo" delle sue melodie. Tuttavia, proprio la sua
tecnica compositiva, fondata su brevi cellule melodiche e una
struttura "a mosaico", continua ad affascinare gli studiosi.
Nella sua lezione, Sofia Mazar dimostra come Puccini abbia
creato melodie di straordinaria espressività e luminosità,
profondamente radicate nel significato del testo.
L'ultimo appuntamento è per il 18 giugno e avrà per tema
'Turandot'. Alla
lezione in italiano di Sofia Mazar partecipano anche Karin
Faingold (soprano) e Veronika Odintsov (soprano). Attraverso
un'analisi approfondita, Mazar decifra il significato nascosto
degli enigmi dell'opera, che svelano gradualmente la psicologia
di Turandot, illuminando il suo passaggio dalla freddezza
all'accettazione dell'amore.
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