Al momento, un cessate il fuoco in Ucraina è irrealistico: lo ha affermato il rappresentante permanente della Russia presso l'Onu, Vasily Nebenzia, come riporta l'emittente radiotelevisiva ucraina Suspilne. Secondo Nebenzia, il cessate il fuoco è ostacolato dalla violazione da parte di Kiev della moratoria sugli attacchi alle infrastrutture energetiche.
"Abbiamo tentato un cessate il fuoco limitato per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, che non è stato rispettato dalla parte ucraina. Nelle circostanze attuali, parlare di un cessate il fuoco è semplicemente irrealistico in questa fase", ha detto durante un briefing.
La dichiarazione giunge poche ore dopo le prove di dialogo a Parigi dove giovedì si sono riuniti, su iniziativa dei "volenterosi", europei, uomini di Trump e ministri di Zelensky. Obiettivo: "Una tregua in tempi rapidi e una pace solida e duratura" in Ucraina.
In uno scenario di grande tensione mondiale, anche tra Stati Uniti ed Europa, è stata "un'occasione importante", ha sottolineato Emmanuel Macron, intervenendo nel corso di una giornata con un'agenda fitta di incontri ristretti e riunioni allargate. Lo scopo del cosiddetto "formato E3" (Francia-Gran Bretagna-Germania) è di riportare l'Europa in primo piano al tavolo della pace, dopo essere stata messa ai margini dall'irruzione Donald Trump. "E' un formato che ha mostrato di funzionare - ha fatto sapere l'Eliseo a fine giornata - e andremo avanti così con un nuovo appuntamento fra una settimana a Londra".
Intanto il presidente americano, incontrando la premier Giorgia Meloni, ha chiarito il suo pensiero sulle responsabilità di una guerra che, ha sottolineato, non sarebbe mai dovuta cominciare: "Non ritengo Zelensky responsabile - ha affermato - ma non sono mai stato un suo grande fan, non mi piace". Trump ha quindi aggiunto che "molto presto avremo notizie dalla Russia", aprendo a una missione di pace europea in Ucraina: "Le missioni di pace sono sempre benvenute".
Nella capitale francese intanto si sono succeduti gli incontri, a partire dal pranzo di lavoro all'Eliseo tra Macron, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, e l'inviato per il Medio Oriente di Donald Trump, Steve Witkoff. Pranzo seguito da un vertice che ha visto intorno al tavolo Macron, Marco Rubio, Steve Witkoff, il ministro degli esteri francese Jean-Noel Barrot, Keith Kellog, inviato speciale degli Usa per l'Ucraina e la Russia, Jonathan Powell, consigliere per la sicurezza nazionale della Gran Bretagna, quello tedesco Jens Plotner, il capo di gabinetto di Zelensky, Andriy Yermak, il ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha, e quello della Difesa, Roustem Umerov. A fine pomeriggio, si è unito ai lavori David Lammy, segretario di stato britannico,
La reazione di Mosca non si è fatta attendere: "Il vertice della cricca fascista dell'Ucraina è arrivato a Parigi per colloqui con Regno Unito, Germania e Francia su quante bare saranno pronti ad accettare dopo lo schieramento di truppe della coalizione dei volenterosi", ha ironizzato Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale. Sul fronte opposto Zelensky, pur definendo come imminente la firma dell'accordo con gli Usa sulle terre rare, ha puntato il dito contro il negoziatore americano Witkoff, accusandolo di "diffondere la narrazione russa".
"Quello di oggi è stato un lavoro eccellente - hanno invece commentato a fine giornata fonti dell'Eliseo - uno scambio di qualità, sulla sostanza, con forte convergenza sui temi di una tregua immediata e di una pace solida e duratura, oltre che sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Continueremo a Londra la settimana prossima con un seguito di questo appuntamento, nello stesso formato E3. Gli americani hanno capito che hanno interesse a lavorare con gli europei in questo formato e con la loro presenza, Rubio, Witkoff e Kellog - attraversando l'Atlantico - hanno mostrato di comprendere il ruolo di Macron e degli europei più in generale. La Francia ha lanciato un processo positivo al quale gli europei si sono uniti".
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