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Ultimatum di Trump per la pace in Ucraina, Witkoff va da Putin

Ultimatum di Trump per la pace in Ucraina, Witkoff va da Putin

Gli Usa vogliono un'intesa entro aprile e minacciano 'pesanti sanzioni'

MOSCA, 12 aprile 2025, 07:33

di Alberto Zanconato

ANSACheck
Putin e Trump, in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Putin e Trump, in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è concluso dopo oltre quattro ore l'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l'inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, a San Pietroburgo: lo riferisce l'agenzia Interfax.

 

Per la terza volta in due mesi l'inviato americano Steve Witkoff è arrivato in Russia per incontrare il presidente Vladimir Putin nel tentativo di spingere per un cessate il fuoco in Ucraina. Di fronte alle resistenze di Mosca, Donald Trump ha manifestato la sua impazienza, affermando che "la Russia si deve muovere", mentre il portale Axios, citando alcune fonti, ha scritto che il rappresentante del presidente Usa ha consegnato al capo del Cremlino un ultimatum: se non accetterà di porre fine ai combattimenti entro la fine di aprile, non solo non potrà sperare nella revoca delle sanzioni, ma dovrà subirne altre ancora più pesanti.


Gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno intanto riaperto le trattative per l'accordo sui minerali. Il New York Times riferisce infatti che una delegazione ucraina è a Washington per un nuovo round di negoziati. Si tratta del primo incontro in presenza - a livello tecnico - da quando la Casa Bianca ha presentato la sua proposta rivista, e dovrebbe durare due giorni.
"Troppe persone stanno morendo, migliaia a settimana in una guerra terribile e senza senso", ha scritto Trump sul suo social Truth, proprio mentre Putin riceveva Witkoff alla biblioteca presidenziale Boris Eltsin a San Pietroburgo. Fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, il presidente Usa ha accompagnato l'apertura di un dialogo con Mosca alla minaccia di sanzioni in campo petrolifero e finanziario e di possibili dazi se la leadership russa non avesse accettato di mettere fine alle ostilità. Una decina di giorni fa, in un'intervista a Nbc News, Trump aveva minacciato di imporre sanzioni secondarie contro tutti i Paesi che continuano a comprare petrolio russo se avesse ritenuto che Mosca impediva una soluzione negoziata al conflitto ucraino. Una misura diretta quindi contro quella che per la Russia è una delle principali fonti di finanziamento del conflitto
A San Pietroburgo Witkoff - che si è concesso pure una visita alla cattedrale di Sant'Isacco e alla Grande Moschea - ha avuto un colloquio anche con Kirill Dmitriev, il negoziatore russo per le questioni economiche. Ma un segnale che le trattative non si presentavano facili era arrivato in mattinata dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov, il quale aveva fatto sapere che "da oltre un mese" Mosca ha chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni sulla Aeroflot per consentire la ripresa dei voli diretti tra i due Paesi, senza ottenere finora alcuna risposta.


Da parte sua il Cremlino aveva anticipato l'incontro tra Putin e Witkoff affermando che non c'era motivo di "aspettarsi alcuna svolta". Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha parlato di un colloquio "professionale", trattandosi "in fin dei conti di un incontro di lavoro". E alla domanda se il colloquio potrebbe essere seguito da una telefonata tra Putin e Trump, ha risposto che "in teoria è possibile".
Sull'altro fronte, Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo forte appello ai Paesi occidentali perché forniscano sistemi efficaci di difesa aerea, intervenendo in videocollegamento ad una riunione a Bruxelles del gruppo di contatto in formato Ramstein per il sostegno militare a Kiev. Il presidente ucraino parlava dalla sua città natale di Kryvyi Rih, dove il 4 aprile un missile russo ha provocato 20 morti tra cui 9 bambini e adolescenti, secondo un bilancio ucraino. La Russia afferma invece di aver preso di mira un ristorante in cui era in corso una riunione tra ufficiali di Kiev e istruttori stranieri. "Vi chiedo - ha detto Zelensky - di concentrarvi prima di tutto sulla difesa aerea per l'Ucraina. Ne abbiamo davvero bisogno.
Dieci sistemi Patriot a Kryvyj Rih, il mondo libero li ha". Il presidente ucraino ha poi esortato gli alleati a definire i dettagli per il dispiegamento sul terreno di un contingente di deterrenza una volta che si sarà arrivati al cessate il fuoco.
 

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