'Figli di Haiti', che partirà
domani e andrà avanti fino a dicembre 2025, è un progetto
multipiattaforma (carta, digitale, social, podcast docufilm e
mostra) della Fondazione Avvenire per raccontare Haiti nella sua
complessità e ricchezza. Nasce dalla volontà di ribaltare il
paradigma dell'isola come 'causa persa', condannata a una guerra
perenne e invisibile, che non interessa a nessuno.
Avvenire farà luce sulle storie di Haiti e della diaspora (si
stima che due milioni di haitiani vivano all'estero) attraverso
la pubblicazione di articoli di approfondimento, reportage,
interviste a haitiani in Italia e nel mondo che hanno avuto
successo in vari campi artistici e professionali, mantenendo un
forte legame con la loro casa, podcast a partire dagli audio
delle interviste.
Ci saranno anche un docufilm che verrà presentato in scuole e
eventi ad hoc promossi sul territorio e proiettato in Festival
cinematografici e al Festival della Missione a Torino (9-12
ottobre 2025), una mostra fotografica e il calendario 2026: 14
scatti realizzati da adolescenti e giovani haitiani,
supervisionati da un collettivo di fotografi locali.
Inoltre, la Fondazione Avvenire sarà promotrice del progetto
solidale per l'istruzione dei 'figli di Haiti' con l'intento di
sostenere l'orfanotrofio 'sfollato' La Maison Des Anges -
costretto a fuggire nell'Artibonite dopo che il suo quartiere è
stato messo a ferro e fuoco dalle gang - che lotta per
continuare a mandare i bambini a scuola.
'Questo frammento di isola ci riguarda, ne siamo un po' tutti
figli - sostiene il direttore di Avvenire Marco Girardo - Perché
Haiti è oggi in qualche modo il paradigma dell'impotenza della
comunità internazionale: un mondo che non sa farsi carico di un
minuscolo Paese può affrontare in modo incisivo la crisi ucraina
o il caos mediorientale? Il nodo haitiano è intricato. Ma
scioglierlo sarebbe possibile con un investimento di risorse
umane e materiali adeguato, ma sempre minimo rispetto alle altre
grandi emergenze del mondo E darebbe soprattutto una prova di
credibilità, la base di ogni dialogo possibile, la sorgente di
ogni diplomazia'.
'Con questo progetto - conclude Girardo - Avvenire intende
anzitutto portare all'attenzione dei nostri lettori e non solo
una crisi dimenticata, illuminare "l'isola che non c'è", ma
anche farsi promotore di un progetto concreto, che parte da
quanto di più prezioso ci sia nei percorsi di rigenerazione del
tessuto sociale: il diritto all'istruzione, che ad Haiti oggi è
negato'.
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