A Berlino si trova una soluzione pragmatica per la consegna delle armi pesanti a Kiev, con un un sistema definito "scambio circolare", annunciato oggi dalla ministra della Difesa, Christine Lambrecht. Stando al meccanismo deciso, i Paesi Nato dell'Europa orientale manderanno armamenti di produzione sovietica in Ucraina e, successivamente, la Germania invierà nuovi armamenti di ricambio agli alleati. In particolare dalla Slovenia saranno consegnati a Kiev numerosi vecchi carri armati del tipo T72, ha scritto la Dpa, e il paese Nato riceverà panzer Marder e blindati Fuchs. La motivazione tecnica è che per gli armamenti sovietici l'esercito ucraino non ha bisogno di alcuna nuova formazione. "La situazione in Ucraina vede una drammatica escalation. E noi non possiamo permettere che Putin vinca questa guerra", ha affermato la ministra socialdemocratica. "Adesso bisogna procedere molto molto velocemente", ha aggiunto.
La tensione politica sull'argomento resta alta in Germania: da giorni il cancelliere Olaf Scholz è sotto pressione, anche nel governo, per la sua riluttanza, e anche oggi l'ambasciatore ucraino a Berlino Andrij Melnyk ha ribadito di vedere ancora ampio margine di manovra per i tedeschi nel sostegno al suo Paese, in una fase del conflitto ritenuta da tutti cruciale.
Anche il verde Anton Hofreiter, fra gli strenui promotori dell'invio delle armi pesanti, è tornato ad attaccare, affermando che "il sistema circolare non è sufficiente". Intanto la Bild ha rivelato che il governo avrebbe cancellato le armi pesanti dalla lista finale destinata agli ucraini, e questo nonostante la disponibilità dell'industria tedesca a fornirle "nel breve e medio termine". La cautela di Scholz è dovuta anche molto al timore che un impegno più forte della Germania su questo fronte possa portare a un ampliamento della guerra.
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