"Non abbiamo firmato un contratto
stando da due parti del tavolo, è stata la prima volta con la
parte datoriale e la parte sindacale dalla stessa parte del
tavolo, perché manca un attore fondamentale che è la politica":
così Sergio Tamborini, presidente di Confindustria Moda
Federazione Tessile e Moda, intervenendo al Luxury Summit de Il
Sole 24 Ore, ha commentato la firma - avvenuta ieri - del nuovo
Contratto collettivo nazionale di lavoro 2024 - o 2027.
"Manca una politica industriale del paese e non solo - ha
aggiunto Tamborini - per questo settore, ci sono anche temi
trasversali come l'energia". "Ci siamo resi perfettamente conto
che la politica non è in grado di gestire questa cosa perché -
ha spiegato - non ha capito questo settore, forse perché ha
parlato troppo a bassa voce per troppo tempo, per una sua
debolezza dimensionale, visto che non aveva delle aziende leader
che parlavano per il settore intero come la Fiat per
l'automotive". "E' bello andare alle sfilate ma poi - ha
proseguito - bisogna rendersi conto che ci sono 600mila persone
impiegate in un settore che è la seconda struttura
manifatturiera del paese e fa il 60% di esportazioni e 30
miliardi di bilancia commerciale: questo non l'abbiamo saputo
dire, ma loro - ha ribadito - non l'hanno capito". Per questo
"se dobbiamo affrontare un tema di politica industriale
probabilmente oggi gli unici con cui ci si può relazionare sono
i sindacati", con cui Confindustria Moda pensa di "definire
insieme un piano di politica industriale da presentare al
governo".
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