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Confindustria-Luiss, 'crescono le imprese estere in Italia' (2)

Confindustria-Luiss, 'crescono le imprese estere in Italia' (2)

ROMA, 07 maggio 2025, 11:30

Redazione ANSA

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"Le imprese estere non sono semplici investitori", sottolinea ancora Barbara Cimmino: "Sono motori di innovazione, competitività e internazionalizzazione.
    Senza il loro contributo, l'economia italiana sarebbe meno dinamica e meno pronta ad affrontare le grandi transizioni in corso. Il nostro obiettivo è rafforzarne il radicamento e attrarne di nuove, rimuovendo gli ostacoli che ancora scoraggiano gli investimenti". Per farlo, dice la vicepresidente di Confindustria, che nell'Advisory Board Investitori Esteri riunisce i vertici delle principali multinazionali presenti in Italia e lavora per valorizzarne il contributo, "serve agire con decisione su cinque leve: semplificare la burocrazia per facilitare chi investe, puntare sul capitale umano per offrire competenze adeguate alle sfide tecnologiche, rafforzare le attività di retention per trattenere chi ha già investito, valorizzare la Zes Unica come motore per il rilancio del Mezzogiorno, e promuovere a livello internazionale l'immagine dell'Italia come Paese stabile, attrattivo e dinamico. Vogliamo che l'Italia sia riconosciuta nel mondo non solo per la sua eccellenza manifatturiera e culturale, ma anche come piattaforma strategica per investimenti globali ad alto valore aggiunto".
    Restano luci e ombre sull'attrattività del nostro sistema economico, e dell'Europa, ma "i cambiamenti che abbiamo visto in Italia stanno portando i loro frutti. Anche alcune regioni del Sud hanno visto aumentare l'export perchè hanno visto radicarsi sul loro territorio imprese estere che stanno portando crescita", rileva il direttore del centro studi di Confindustria, Alessandro Fontana.
    Sul fronte dell'export e della guerra dei dazi "Il valore dell'export verso gli Usa realizzato dalle imprese estere nel 2024 ammonta a 19,3 mld di euro, pari al 34,2% dei 56,4 mld complessivi. L'analisi dei segmenti di imprese coi più elevati gradi di dipendenza dall'export verso gli Usa consente di individuare le imprese con rischi potenziali elevati a seguito delle politiche commerciali dell'amministrazione Trump. Si tratta di segmenti limitati in termini di numerosità ma rilevanti all'interno del complesso delle vendite di merci dall'Italia agli Stati Uniti realizzate dalle imprese estere", soprattutto in settori come bevande, mezzi di trasporto, farmaceutica, autoveicoli.
    I principali investitori esteri - emerge dal rapporto, presentato oggi alla Luiss - "provengono da Stati Uniti (19,9% degli occupati), Francia (19,4% del fatturato) e Paesi Bassi".
    Sul territorio "Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana raccolgono l'82% del valore aggiunto delle imprese estere. Tuttavia, la Zes Unica può rappresentare un'occasione concreta per riequilibrare la mappa degli investimenti e rilanciare la competitività del Sud. Cresce anche il peso dei fondi internazionali di private equity, attori sempre più attivi nel finanziare la trasformazione e l'espansione delle pmi italiane".
   

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