"Il Documento di finanza pubblica
dimezza le stime di crescita per l'Italia, ma il quadro
delineato appare ancora segnato da un eccesso di ottimismo". Lo
ha detto il rappresentante di Confesercenti in audizione in
commissione bilancio al Senato.
"A preoccupare - afferma l'organizzazione - è la svolta
protezionistica dell'amministrazione statunitense, che potrebbe
avere un impatto più ampio del previsto sulla nostra economia,
con una crescita del PIL e dei consumi che già quest'anno
dovrebbe ridursi rispettivamente allo 0,4% e allo 0,7%, due e
tre decimi di punto al di sotto delle stime del governo".
"Uno scenario peggiorativo - secondo Confesercenti -
potrebbe concretizzarsi se l'intonazione dei mercati tornasse a
essere quella osservata all'arrivo dei dazi: in tal caso, si
correrebbe il rischio di recessione, con il PIL in campo
negativo già nel 2026 (-0,3%").
Secondo le stime elaborate da Confesercenti in collaborazione
con il Cer, i dazi Usa potrebbero determinare biennio 2025-2026,
una frenata di consumi per un valore pari a 11,9 miliardi di
euro e dell'occupazione per 50mila posti di lavoro circa.
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