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Confesercenti, con dazi -11,9miliardi consumi famiglie in 2 anni

Confesercenti, con dazi -11,9miliardi consumi famiglie in 2 anni

'Rischi anche per il turismo. Basta esitare, serve la web tax'

ROMA, 08 aprile 2025, 15:53

Redazione ANSA

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"Il terremoto dazi non coinvolge solo le esportazioni. La guerra commerciale tra Usa e Ue rischia di avere un impatto anche sul mercato interno, riducendo di circa 11,9 miliardi di euro in due anni la crescita dei consumi delle famiglie". A stimarlo è Confesercenti con Cer, in occasione dell'incontro di oggi a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e le associazioni di imprese. "Si prospetta per quest'anno una variazione del PIL vicina allo zero", ed un "elemento di preoccupazione è anche la caduta dei mercati azionari", avverte.
    In questo scenario Confesercenti "calcola per i consumi delle famiglie una minore crescita dei consumi di 2,1 miliardi nel 2025 e di 9,8 miliardi nel 2026, per un totale di 11,9 miliardi". E avverte che "rischi esistono anche sul fronte del turismo: i visitatori dagli Stati Uniti sono relativamente pochi (4,8% del totale) ma sono alto-spendenti, e portano in media 6,5 miliardi di euro l'anno di spesa sul territorio".
    "È importante - commenta la presidente, Patrizia De Luise - intervenire a sostegno della filiera dell'export, ma senza dimenticare consumi e mercato interno, fondamentale per le piccole e medie imprese di commercio, turismo e servizi. Occorre lanciare un messaggio chiaro: l'arrivo dei dazi non deve interrompere il già troppo lento percorso di recupero del potere d'acquisto, e quindi della spesa delle famiglie, avviato negli ultimi anni".
    Serve "una strategia efficace di rilancio della domanda interna, confermando e ampliando gli attuali sostegni al reddito e contro il caro-energia, da cui molte piccole imprese dei servizi sono attualmente escluse". E - rileva la presidente di Confesercenti - "le risorse possono venire anche da una nuova web tax: un intervento necessario per riequilibrare la concorrenza tra colossi online e imprese del territorio. Una misura su cui - visto il mutato quadro dei rapporti commerciali Usa-Ue - non ha più senso esitare: sarebbe un efficace strumento di tutela per l'economia reale, soprattutto per il commercio di prossimità, che subisce sempre più una concorrenza fiscale sleale da parte dei giganti online. Allo stato attuale, secondo le nostre stime, circa 8 miliardi di euro l'anno di profitti dalle vendite online vengono delocalizzati dalle piattaforme internazionali, sfuggendo così di fatto all'erario italiano".
   
   

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