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Pmi, a rischio 200mila occupati per payback dispositivi medici

Pmi, a rischio 200mila occupati per payback dispositivi medici

"Con restituzione 50% fatturato conseguenze devastanti"

ROMA, 23 settembre 2024, 13:02

Redazione ANSA

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"Una norma-mostro che rischia di mandare sul lastrico oltre 2 mila aziende con la conseguente perdita di circa 200mila posti di lavoro". Gennaro Broya de Lucia, presidente di Pmi Sanità - associazione nazionale delle piccole e medie imprese che riforniscono gli ospedali e le cliniche di materiali necessari a diagnosi e cure -, definisce così l'imposizione del payback sulle imprese produttrici di dispositivi medici. Meccanismo secondo cui tali aziende devono concorrere a ripianare parte dello sforamento dei tetti stanziati dalle Regioni, il payback ha visto la sua legittimità confermata da due sentenze della Corte costituzionale il 22 luglio 2024.
    "Siamo allibiti dalla risonanza mediatica e dalle discussioni in atto nella maggioranza di governo su una tassa, quella sugli extra profitti delle banche, che, giusta o sbagliata che sia, non rappresenta che la minima parte dell'enorme problema venuto a crearsi con la mega imposizione del payback ai fornitori di dispositivi medici", dichiara in una nota Broya de Lucia.
    Per le banche, incalza, "si parla di un 1-2% sui profitti. Nel nostro caso invece, si chiede, senza battere ciglio, la restituzione di più del 50% del fatturato. Che dire? Le chiusure, inevitabili, e le ripercussioni su un sistema sanitario già precario, saranno a dir poco devastanti anche per il cittadino-paziente".
    Per il presidente di Pmi Sanità "bisogna agire ora equilibrando gli interessi tra le parti fino a recuperare meccanismi di logicità e proporzionalità". L'attenzione "della premier Meloni, quella dei ministri Tajani, Giorgetti e Schillaci e degli altri esponenti del governo si rivolga anche al nostro strategico settore colpito assai più duramente delle banche", conclude Broya de Lucia.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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