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>>>ANSA/ Confindustria alza stime Pil. Bankitalia ferma al +0,6%

>>>ANSA/ Confindustria alza stime Pil. Bankitalia ferma al +0,6%

Per via Astronomia crescita 2024 al +0,9% ma non mancano rischi

ROMA, 17 aprile 2024, 19:26

Redazione ANSA

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(di Paolo Rubino) Con la crescita italiana che "sorprende in positivo nel 2023, arrivando al +0,9%" il Centro studi di Confindustria, all'appuntamento con le previsioni di primavera, guarda avanti con più ottimismo: ha rivisto al rialzo al +0,9% le previsioni sul Pil 2024 mentre per il 2025 stima un +1,1%. La precedente stima per quest'anno era ferma al +0,5% delle previsioni di autunno, lo scorso ottobre.
    La Banca d'Italia ribadisce, invece, le stime meno ottimistiche diffuse lo scorso aprile: conferma quindi per l'economia italiana la previsione di un aumento del Pil 2024 dello 0,6% dopo un primo trimestre 'debole', una stima che sale al +0,8% escludendo la correzione per le giornate lavorative; è confermata anche la stima del +1% per il Pil del 2025 e del +1,2% per il 2026. Sul fronte dell'inflazione per il 2024 è atteso un rallentamento all'1,3% per risalire fino all'1,7 nel 2025 e nel 2026".
    Nell'analisi degli economisti di Confindustria oltre al miglioramento della domanda globale che "darà nuovo impulso all'export" l'economia italiana può oggi contare su "due potenti stimoli alla crescita, due fattori che potranno sostenere ancora la crescita italiana su ritmi significativi": sono la prospettiva dei tassi in calo e la mole di investimenti del Pnrr. Ma "vari fattori frenano la crescita": il costo dell'elettricità, la graduale eliminazione del superbonus, le strozzature mondiali nei trasporti come per la crisi del Mar Rosso ma non solo. "Chiaramente ciò significa anche - rileva il centro studi diretto da Alessandro Fontana - che ci sarebbe spazio nel 2024-2025 per una crescita economica ancora più forte di quella oggi prevedibile".
    Nello scenario per l'economia italiana delineato dal Csc gli investimenti fissi sono attesi "in modesta crescita", sono deboli i consumi delle famiglie (+0,2% nel 2024), le esportazioni "dopo la quasi stagnazione del 2023 torneranno a crescere a un ritmo più marcato" sebbene ancora inferiore a 2021 e 2022, l'occupazione "avanzerà ad un ritmo di poco inferiore a quello del Pil". Il tasso di disoccupazione dal picco del 10,2% raggiunto ad aprile 2021 scende al 7,4% nel bimestre gennaio-febbraio di quest'anno, sui livelli della prima metà del 2009; Per il 2024 atteso al 7,5% e per il 2025 al 7,1%, "grazie a un'occupazione che crescerà con più slancio e a una forza lavoro che avanzerà a un ritmo sempre contenuto".
    L'attenzione è anche sui conti pubblici. Le previsioni del centro studi di Confindustria vedono un "debito pubblico in risalita", stimato al 139,1% del Pil nel 2024 ed al 141,1% nel 2025 è previsto continuare a salire di 2,1 punti, al 141,1% del Pil". E' una "dinamica in risalita confermata dal governo che nel Def, però, stima un debito più basso: al 137,8% del Pil quest'anno e al 138,9% il prossimo". E' invece "in previsione un rientro del deficit": nello scenario di previsione del Csc "l'indebitamento netto della pubblica amministrazione si attesta al 4,4% del Pil nel 2024 e al 3,9% nel 2025, sostanzialmente in linea con quanto indicato dal governo".
    Non mancano i rischi che potrebbero modificare al ribasso questo scenario: il Csc ricorda le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, la dinamica dei prezzi al consumo in Italia e in Europa che può incidere sui tempi per l'attesa riduzione dei tassi, l'effettiva efficacia del Pnrr condizionata al rispetto dei tempi previsti e all'attuazione delle riforme in programma.
    "L'Italia è avviata sulla strada della crescita ma, bisogna essere realisti, vedere cosa sta spingendo e cosa invece potrebbe frenare questo percorso" avverte il vicepresidente di Confindustria Alberto Marenghi.
   

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