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>>>ANSA/ Tensione in Confindustria, Gozzi vuole andare al voto

>>>ANSA/ Tensione in Confindustria, Gozzi vuole andare al voto

"Ho il 25%". I saggi: "E' escluso perchè ha tra il 13 e il 16%".

ROMA, 21 marzo 2024, 19:30

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Paolo Rubino) Il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, è convinto di essere stato escluso dalla corsa alla presidenza di Confindustria per una "scelta del tutto politica dei saggi", sostiene che è stata ignorata la "realtà matematica" sul consenso alla sua candidatura. Andrà avanti nel chiedere la riammissione e, pur essendosi già appellato e dopo le conclusioni dei saggi che hanno misurato il consenso, non esclude che la sua battaglia possa portare anche ad un ricorso giudiziario: "Vedremo", dice.
    In via dell'Astronomia è il giorno del confronto sui programmi dei candidati ammessi al voto di designazione del 4 aprile, Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini. Doveva essere un momento di ragionamento sulla Confindustria dei prossimi quattro anni, direttamente tra i candidati ed il consiglio generale che tra due settimane voterà per designare il prossimo leader degli industriali, ma i temi dello scontro hanno rubato la scena.
    Per ricostruire il clima bisogna fare un passo indietro. Si apprende che lunedì scorso Antonio Gozzi ha inviato una lunga lettera ai saggi, ai probiviri, al presidente di Confindustria: ha chiesto la riammissione della sua candidatura ragionando su quanto accaduto e sulle regole dello statuto, su come sono state applicate, su come interpretarle. E' un ricorso che Gozzi firma due volte, una come candidato ed una come presidente di Federacciai. La risposta dei probiviri arriva il giorno dopo: sottolineano che la misura del consenso (determinante perchè chi raggiunge il 20% dei voti assembleari è ammesso di diritto al voto) è di esclusiva competenza della commissione dei saggi e le regole sono precise e inderogabili; i probiviri chiedono poi a Gozzi un "intervento diretto" che possa mettere fine a comportamenti in contrasto con le regole: probabilmente è un riferimento alle lettere con cui alcuni industriali hanno protestato per la sua esclusione.
    In consiglio generale è poi arrivata la relazione dei saggi che - per statuto - hanno vagliato le candidature: il consenso riscontrato per Gozzi - hanno riferito - è, dopo più verifiche, pari al 13,36%, sarebbe salito al 15,94% considerando anche dichiarazioni di voto considerate tardive o non valide: non scatta l'ammissione di diritto ma viene scartata anche la possibilità di una ammissione discrezionale: viene evidenziato un significativo distacco rispetto ai due candidati ammessi.
    Il presidente di Federacciai sostiene di aver dimostrato un consenso intorno al 25% e non accetta il verdetto: "Dobbiamo capire le motivazioni per le quali delibere di associazioni territoriali e settoriali molto importanti non sono state considerate idonee. Quando vedremo quali sono le motivazioni useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto quanto di tutti quelli che mi hanno espresso consenso. Un pezzo importantissimo di manifattura italiana non ha avuto l'opportunità di votare un candidato".
    Pubblicamente interviene il past president di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: ci si candida, ammonisce, "per servire il mondo dell'industria con spirito di servizio e non per servirsene. Ho assistito con dispiacere a quanto avvenuto negli ultimi giorni, con comportamenti e iniziative fuori dalle regole statutarie, mai accadute prima"; bisogna "recuperare credibilità e prestigio". E' un punto in comune nella presentazione dei programmi di Garrone e Orsini - racconta chi era presente -: difendere l'autorevolezza di Confindustria, i suoi valori di autonomia e di servizio al sistema-Paese. Durante la riunione un sentito applauso è stato dedicato ad Alberto Marenghi che ha portato avanti la sua candidatura con grande discrezione e si è poi ritirato dalla corsa con una lettera - è stato notato - "bella, molto costruttiva".
   

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