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>>>ANSA/ Marenghi lascia la corsa in Confindustria,'serve unità'

>>>ANSA/ Marenghi lascia la corsa in Confindustria,'serve unità'

La rosa si riduce a tre candidati: Garrone, Gozzi, e Orsini

ROMA, 12 marzo 2024, 18:18

Redazione ANSA

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(di Paolo Rubino) Alberto Marenghi lascia la corsa per la presidenza di Confindustria così come ha portato avanti la sua candidatura: con un esempio di stile, attento allo spirito dello statuto di via dell'Astronomia. Massima riservatezza, lontano da un clima che si è acceso fino ai veleni, ed ora una lettera interna ai saggi (la 'commissione di designazione' che lavora sulle candidature), con parole misurate e costruttive: "Un segnale di unità e compattezza", scrive. "La pluralità di candidature "non è una dispersione di risorse", è "ricchezza progettuale e propositiva", "siamo però arrivati ad una fase nella quale la ricomposizione e la convergenza diventano la nostra comune priorità. Il mio non è perciò un abbandono della corsa - scrive - ma la scelta di una modalità diversa di partecipare al confronto, senza alcuna condizione, ma nell'ottica esclusiva di garantire massima compattezza e condivisione".
    La corsa alla presidenza, ora con tre candidati (Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Emanuele Orsini), è nella fase in cui i saggi, che hanno sondato come si muove il consenso, si apprestano a trarre le conclusioni. Chiuse le consultazioni, con una lettera si sono riservati di comunicare nei prossimi giorni per chi scatta "l'automatica partecipazione al voto designazione del 4 aprile": è necessario avere il 20% dei voti assembleari; "Entro la fine della settimana" concluderanno le verifiche formali sulla dichiarazioni di voto raccolte.
    Il raggiungimento della soglia del 20% è stato già riconosciuto, fin dal momento della presentazione delle candidature, all'industriale dell'energia Edoardo Garrone, azionista di Erg, presidente del Sole 24 Ore. Non c'è ancora la certificazione formale ma non ci sarebbero dubbi per Emiliano Orsini, vicepresidente uscente, imprenditore nell'edilizia in legno con Sistem Costruzioni e nell'alimentare con Tino Prosciutti. Accantonato il miraggio di una candidatura unica (come era stato per Luca di Montezemolo e Emma Marcegaglia) appare ora certo che la sfida finale sarà almeno a due ma non è ancora esclusa la prospettiva di una sfida a tre. I riflettori sono quindi puntati su Antonio Gozzi, Duferco, presidente di Federacciai: per chi gli è vicino anche in questo caso, "delibere alla mano", sarebbe stata raggiunta la soglia del 20%.
    La parola passa ai saggi (che, in ogni caso, possono ammettere al voto anche candidati che non abbiano conquistato l'ammissione di diritto): si pronunceranno entro il 21 marzo quando chi sarà ammesso al voto presenterà il programma al Consiglio Generale.
    Lo scenario del consenso è estremamente frammentato ed il gioco del 'pallottoliere' può essere indicativo ma non dà certezze matematiche e può essere fuorviante con la complicità, anche, del voto a scrutinio segreto.
    Per Alberto Marenghi, vicepresidente di Confindustria, famiglia di imprenditori da diciassette generazioni (guida la storica Cartiera Mantovana, fondata nel 1615, ed è fondatore di Cartiera Galliera e Sumus Italia), ora "i bisogni e le aspettative delle aziende necessitano di risposte nuove, efficaci e tempestive.
    Abbiamo, quindi - scrive rivolgendosi all'interno di Confindustria -, necessità di trasmettere una percezione chiara della nostra capacità di fare sintesi e di trasformare il confronto serrato in un rinnovato slancio propositivo, capace di esprimere una legittimazione ed una autorevolezza nitidamente percepite".
   

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