A Bologna, viene osservato dai tre
sindacalisti nel corso di una conferenza stampa, "c'è una storia
di contrattazione molto importante: sono 500 le aziende con
almeno 20 dipendenti, per 45.000 lavoratori e 107 quello con
oltre 100 dipendenti, per 29.117 lavoratori" che hanno siglato
un contratto aziendale e su questo, e un altro paio di temi, le
organizzazioni metalmeccaniche sono pronte a lavorare, già
dall'autunno, per fare fronte ai riverberi dell'aumento dei
costi energetici.
Il primo punto, osservano gli esponenti di Fiom, Fim e Uilm,
è quello del "rinnovo dei contratti aziendali che sono in
scadenza. Diciamo alle aziende che c'è una emergenza salariale e
che sarà affrontata in modo preciso: si devono preparare a
richieste anche importanti di aumenti salariali perchè
l'inflazione non può ridurre il potere d'acquisto". Tra i
contratti aziendali in scadenza, viene sottolineato anche quelli
di aziende come Gd, Lamborghini, e Ducati.
In seconda battuta, l'impegno dei sindacati metalmeccanici
bolognesi, sarà quello di estendere "la contrattazione aziendale
in quelle imprese dove non c'è il contratto aziendale per
ridurre le differenze esterne e interne, poiché la
contrattazione aziendale riduce le disuguaglianze". A Bologna,
viene puntualizzato, "cinque anni fa c'erano 150 aziende
metalmeccaniche con contratto aziendale, oggi sono 185. I
lavoratori con contratto aziendale erano il 56,67%m sempre
cinque anno fa, ora sono il 61,24: l'obiettivo è continuare
questo trend".
Infine, viene argomentato, dove "c'è un ricorso ad un
ammortizzatore sociale, chiederemo che ci sia una integrazione
economica del trattamento, attualmente il massimale è di 1.222
euro lordi, perché se c'è un ricorso alla cassa integrazione per
i costi dell'energia, l'azienda", anche alla luce
dell'inflazione che pesa sui salari "non può far pagare il
lavoratore due volte".
In vista dell'autunno, osserva il coordinatore regionale
della Uilm, Daniele Valentini, "non possiamo permettere di
rallentare la crescita salariale. Dovremo essere bravi a tenere
gli assetti produttivi e aziendali e gli assetti occupazionali
senza ricadute. Dovremo essere bravi a costruire piattaforme e
fare contratti aziendali che tengano in equilibrio le vite dei
lavoratori, il welfare e i salari".
E in tale ambito, argomenta Bulgarelli, occorre un "patto con
i lavoratori. Se decidiamo di chiedere di aumentare i salari per
fare fronte all'inflazione non sarà una passeggiata. Le aziende
possono dire no, ci vuole un impegno reciproco: noi sindacati
andiamo fino in fondo ma loro, i lavoratori, devono essere
pronti, se necessario, a mobilitarsi".
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