L'economia dell'area euro "ha probabilmente visto una crescita modesta nel quarto trimestre 2024" e i primi due mesi del 2025 "hanno visto continuare la tendenza dello scorso anno". Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde, spiegando che un clima di "elevata incertezza" trattiene gli investimenti e che la ripresa è legata a una ripresa della domanda, "purché le tensioni commerciali non vedano un'ulteriore escalation". "Un aumento nella spesa per la difesa e per le infrastrutture può far salire la crescita", ha aggiunto Lagarde. La Bce "non si impegna su alcun percorso" dei tassi e le sue decisioni dipenderanno dai dati economici, una posizione che "abbiamo espresso in passato ma che vale ancora di più adesso" data l'elevata incertezza, ha detto la presidente della Bce, aggiungendo "se i dati ci diranno che non è il momento di tagliare, non taglieremo i tassi e faremo una pausa".
Una partecipazione allo sforzo di finanziamento annunciato dall'Ue per la spesa militare "non spetta alla Bce, ci sono altre istituzioni come la Banca europea degli investimenti. Il nostro mandato è la stabilità dei prezzi", ha detto la presidente della Bce, rispondendo alla domanda se la Bce potesse finanziare il programma annunciato da Bruxelles. Lagarde ha aggiunto "non spetta a me dire se questo rappresenti un momento 'whatever it takes' per la Germania".
La Bce taglia i tassi di 25 punti base per la sesta volta da giugno scorso e porta il tasso sui depositi, quello di riferimento, da 2,75% a 2,50%.
Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali cala da 2,90% a 2,65%, quello sui prestiti marginali da 3,15% a 2,90%.
"L'economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita": allo 0,9% per il 2025 (era 1,1% nelle previsioni di dicembre scorso), all'1,2% per il 2026 (dall'1,4%) e all'1,3% per il 2027. Lo scrive la Bce nel comunicato al termine del consiglio direttivo, spiegando che "le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell'elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale".
"La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera".
continua il comunicato . "Al tempo stesso - scrive la Bce - l'allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto".
"L'economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita": allo 0,9% per il 2025 (era 1,1% nelle previsioni di dicembre scorso), all'1,2% per il 2026 (dall'1,4%) e all'1,3% per il 2027, scrive ancora la Banca centrale europea, spiegando che "le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell'elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale".
"Il processo disinflazionistico è ben avviato. L'andamento dell'inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti":.
"Gli esperti indicano ora che l'inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all'1,9% nel 2026 e al 2% nel 2027. La revisione al rialzo dell'inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell'energia". L'inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all'1,9% nel 2027.
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