Il Btp Più, il nuovo titolo di Stato dedicato ai risparmiatori e investitori retail, parte col botto: 5,6 miliardi e 160.734 contratti sottoscritti nel primo giorno di collocamento, segno che il debito italiano e i suoi rendimenti sostanziosi continuano ad avere appeal con la Bce impegnata in un taglio dei tassi graduale ma costante, nonostante le incertezze legate alla presidenza Trump.
Il nuovo titolo, che appartiene alla famiglia dei Btp Valore ma con una durata estesa a otto anni e una 'finestra d'uscita' che consente di ricevere indietro il capitale con rimborso alla pari dopo quattro anni, sarà offerto fino alle 13 di venerdì 21 febbraio e può essere sottoscritto sul proprio home banking, banca o ufficio postale se si ha il conto titoli.
I tassi minimi garantiti con lo 'step up', che passano dal 2,80% nei primi quattro anni al 3,60% nel successivo quadriennio, e l'opzione di rimborso anticipato che potrà essere esercitata tra il 29 gennaio e il 16 febbraio 2029 sembrano aver convinto molti investitori retail ad aderire all'offerta del Tesoro. Che punta a diversificare la base dei sottoscrittori di un debito giunto alla soglia dei 3.000 miliardi di euro, ora che la Bce non è più compratore ma, al contrario, sta dismettendo il suo portafoglio accumulato in un decennio. E un aiuto sostanziale arriva anche dal trattamento fiscale privilegiato: tassazione agevolata al 12,5%, esenzione dalle imposte di successione e esclusione dal calcolo Isee fino ad un investimento massimo di 50.000 euro complessivi.
I numeri del nuovo titolo - scadenza febbraio 2033 e cedole nominali pagate trimestralmente - nel primo giorno di collocamento indicano un afflusso di ordini per superiore all'ultimo Btp Valore, che nel primo giorno d'offerta a maggio 2024 aveva riscosso ordini per 3,7 miliardi per poi chiudere il totale oltre gli undici miliardi. Numeri simili si erano visto per l'ultimo Btp Italia, a maggio 2023, con un collocamento finito appena sotto gli undici miliardi.
Con l'ultima emissione sindacata della scorsa settimana, intanto, il Mef si avvicina a 62 miliardi di bond a medio e lungo termine collocati da gennaio 2024, una cifra che in un mese e mezzo porta a circa il 18% la copertura dei 330-350 miliardi di emissioni stimate necessario per l'intero 2025. Il tasso sui depositi fissato dalla Bce è atteso in ulteriore ribasso intorno al 2% dal 2,75% attuale, un fattore che contribuisce all'attrattiva ai tassi del Btp Valore.
Il principale fattore d'incertezza - legato alla durata del titolo - è dato dalla possibilità che l'offensiva protezionistica di Trump scateni una guerra dei dazi, in grado di deragliare l'inflazione dall'attuale discesa. Per la Bce, al momento, i dazi rappresentano un rischio più sul lato della crescita che dell'inflazione. E nonostante si cominci a levare qualche protesta dai 'falchi' - come il governatore austriaco Robert Holzmann - gli economisti iniziano a intravedere pressioni per tagliare i tassi anche sotto il 2% nel 2026, dopo una pausa, un'ipotesi che romperebbe lo schema seguito finora di una riduzione che si sarebbe fermata al livello 'neutrale' del 2%.
Incertezze così elevate - dai dazi allo scenario geopolitico dove non s'intravedono soluzioni facili alla conflittualità in Ucraina e in Medio Oriente - non fanno che rinforzare lo scenario della Bce che è quello di un'uscita da tassi d'interesse che restano restrittivi.
Una situazione fotografata dal rapporto mensile dell'Abi: a gennaio, come riflesso dei tagli della Bce, cala ancora il tasso medio applicato dalle banche ai nuovi mutui al 3,09% dal 3,11% del mese precedente e dal 4,42% di dicembre 2023, così come quello sui nuovi finanziamenti alle imprese scende al 4,20% dal 4,40% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Ma la crescita zero dell'economia italiana nel secondo semestre 2024 (con investimenti al palo) ha depresso la domanda di prestiti, che a dicembre segnavano -1% rispetto a un anno prima.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA