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Comitato genitori tarantini, si svendono ex Ilva e salute

Comitato genitori tarantini, si svendono ex Ilva e salute

'L'offerta di Baku è molto bassa. L'azienda va chiusa'

ROMA, 15 febbraio 2025, 14:53

Redazione ANSA

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"L'esperienza delle multinazionali estere per noi è stata drammatica, e lo sarà anche questa". Non c'è alcuna speranza nella voce di Massimo Castellana, portavoce di Genitori tarantini, comitato che ormai da anni lotta per i diritti dei bambini in relazione all'ex Ilva di Taranto. Il tema di conversazione con l'ANSA è stato l'arrivo dei due rilanci di Baku Steel e Jindal Steel per l'acquisizione dello stabilimento.
    "L'offerta di Baku Steel (circa un miliardo, ndr) è molto bassa - prosegue -. Hanno svenduto l'azienda e la vita dei tarantini. Per noi c'è solo disperazione, non si può giocare con il diritto alla salute dei cittadini, l'unico definito 'fondamentale' nella Costituzione italiana".
    L'obiettivo di Genitori tarantini è quello di "chiudere, senza se e senza ma, l'impresa e far lavorare gli operai come bonificatori - spiega -. Noi non siamo contro, ma con gli operai, perché pensiamo debbano essere considerati lavoratori e non schiavi. Dentro l'ex Ilva sono più vicini alla schiavitù".
    "Spesso vengono dette delle bugie anche sulla stampa - aggiunge la presidente dell'associazione, Cinzia Zaninelli -.
    Gli operai residenti nella provincia di Taranto che lavorano dentro l'ex Ilva sono circa duemila. Non solo moriamo, ma economicamente la città non ottiene nulla, anzi, tutta la provincia si ammala e settori come mitilicoltura, pesca, allevamento, agricoltura sono ridotti a zero".
    Proprio sulla questione inquinamento, Castellana ricorda che "non è possibile la decarbonizzazione. Il gas, che vogliono portare con la nave, non è una soluzione ecologica e costa comunque di più". E sul lavoro, ribadisce che "la produzione attuale prevede 1000 dipendenti per ogni milione di tonnellate, ma con i forni si passerebbe a 300, una riduzione del 70% della forza lavoro".
   

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