Il Consiglio nazionale dei
commercialisti torna a ribadire, riguardo alla scadenza del
termine per l'adesione al concordato preventivo biennale e al
dibattito parlamentare nell'ambito dell'approvazione del decreto
Milleproroghe, la necessità che arrivi la proroga. "La nostra
richiesta - spiega il presidente della categoria, Elbano de
Nuccio - è motivata dalla circostanza che l'attuale temine,
previsto per il 31 luglio, cade nel periodo dell'anno in cui gli
studi professionali sono già congestionati dagli ordinari
adempimenti connessi alla determinazione e liquidazione delle
imposte dei loro assistiti. L'adesione al concordato presuppone
la definitività dei dati del periodo di imposta precedente e un
fitto dialogo con il contribuente che si impegna per un biennio
e, quindi, deve effettuare la scelta nella piena consapevolezza
degli impegni che assume, delle premialità dell'istituto, ma
anche delle numerose fattispecie di cessazione e decadenza e
delle relative conseguenze", incalza.
"È evidente che tale processo richiede tempo che, con
l'attuale termine, semplicemente non c'è e ciò rischia di minare
le finalità per le quali il concordato è stato introdotto
nell'ordinamento. In questo contesto", secondo il vertice dei
professionisti, "non appaiono condivisibili le posizioni di
coloro che ritengono lo slittamento del termine troppo dilatato
con riferimento al primo anno di adesione concordataria,
semplicemente perché l'impegno del contribuente è biennale ed è
evidente che la scelta del contribuente non avviene soltanto
sulla base dei dati conosciuti ma anche e soprattutto dalla
consapevolezza di poter mantenere gli impegni assunti
soprattutto nel secondo anno, peraltro in un contesto economico
generale assai incerto".
E, va avanti de Nuccio, "anche per quanto attiene ai flussi di
gettito, la proposta del Consiglio nazionale non crea alcuna
difficoltà in quanto il termine per versare gli acconti di
imposta del primo anno concordatario resta comunque confermato
al 30 novembre", termina la nota dei commercialisti.
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