(di Mauretta Capuano) È morto questa notte a Milano il poeta Giampiero Neri, il cui vero nome era Giampietro Pontiggia.
Nato a Erba il 7 aprile 1927, aveva 95 anni ed era il fratello
maggiore di Peppo Pontiggia.
Nel 2007 gli è stato dedicato un
Oscar Mondadori. Lo comunica la casa editrice Ares, editore dei
suoi ultimi libri: 'Da un paese vicino' (2020), 'Piazza Libia'
(2021), 'Un difficile viaggio' (2022) e 'Un insegnante di
provincia' (2022). La scorsa settimana aveva appena fatto in
tempo a rivedere le bozze del suo ultimo libro che si chiamerà
'Utopie' e uscirà postumo per Edizioni Ares, in cui ripercorre
alcuni momenti decisivi della sua vita.
I primi testi di Neri sono usciti nel 1971 per l'Almanacco
dello Specchio Mondadori. L'esordio è stato nel 1976 con la
raccolta 'L'aspetto occidentale del vestito', pubblicata da
Giovanni Raboni nei Quaderni della Fenice di Guanda.
Entusiastica l'accoglienza di Giovanni Giudici che lodò i suoi
versi distillatissimi, austeri e severi. Considerato il decano
della scuola che Luciano Anceschi definì la "linea lombarda",
Neri era conosciuto anche per la sua attitudine petrosa, per la
sua ricerca di compattezza stilistica, per il suo carattere
schivo che gli valse una celeberrima definizione di Maurizio
Cucchi, quella di "maestro in ombra" della poesia italiana.
Spesso indugiava sul tema dei vinti, la violenza e la memoria
sono stati il basso continuo della sua ricerca poetica.
L'osservazione di uno spazio rarefatto, spesso quello del suo
paese d'origine, Erba, diventava nei suoi versi la scena
dell'amore e della vita, in lampi di intimità con il lettore. La
giovinezza nell'amata provincia lombarda era stata segnata
dall'uccisione del padre, nel 1943, in un agguato durante la
guerra civile, e dall'incontro con il professor Luigi Fumagalli,
all'Istituto Annoni di Erba, che lo fece sognare con i suoi
paradossi, le lezioni all'aperto e l'amore per i classici.
Finita la guerra Neri ha conseguito il diploma di maturità
scientifica, si è iscritto poi alla Facoltà di Scienze Naturali,
ma non ha potuto portare a termine il percorso per far fronte
alle esigenze economiche della famiglia. Nel 1947 ha iniziato a
lavorare al Banco ambrosiano e in banca dove è rimasto fino
all'età della pensione. Incoraggiato dal fratello Giuseppe
Pontiggia, Neri ha sempre coltivato la passione letteraria. Dopo
lo sperimentalismo della prima raccolta, la scrittura di Neri si
è fatta fece sempre più limpida e asciutta, attenta ai dettagli,
lontana da ogni artificio retorico.
Tra le sue opere, molte premiate, "Liceo" del 1986, "Dallo
stesso luogo" del 1992, "Teatro naturale" del 1998, "Armi e
mestieri" del 2004, "Paesaggi inospiti" del 2009 e "Il
professor Fumagalli e altre figure" del 2012. Negli ultimi anni,
Neri aveva lasciato le poesie per dedicarsi alla prosa, ma a chi
gli chiedeva se scrivesse in poesia o in prosa, rispondeva:
"Scrivo poesia in prosa". "Ho spesso accostato la poesia alla
ricerca della verità, perché richiede tempo, concentrazione,
qualità che oggi non sono di moda. Viviamo tempi mercantili, in
cui il tempo è denaro, ma chi si occupa di poesia non segue il
denaro, ma il tempo in profondità" diceva. Tra i suoi autori
prediletti e punto di riferimento Melville e Beppe Fenoglio. E
ritornava spesso su I promessi sposi di Manzoni a cui tutta la
letteratura contemporanea "è debitrice".
Il personale canone di Neri si può leggere in Ritorno ai
classici (Ares 2021), libro intervista con Alessandro Rivali,
autore anche della sua biografia in forma di conversazione
'Giampiero Neri - Un maestro in ombra' (Jaca Book 2013).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA