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Qui non ci sono bambini, il podcast su RaiPlay Sound

Qui non ci sono bambini, il podcast su RaiPlay Sound

Dal 27 gennaio sei episodi che nascono dai testi di Thomas Geve

ROMA, 22 gennaio 2025, 12:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sarà disponibile dal 27 gennaio il nuovo podcast original RaiPlay Sound "Qui non ci sono bambini".
    Sei episodi con i testi tratti dai libri 'Qui non ci sono bambini' e 'Il ragazzo che disegnò Auschwitz' di Thomas Geve, che era poco più di un bambino quando venne deportato ad Auschwitz: è stato uno dei più giovani internati del campo, nell'età in cui si inizia a conoscere meglio il mondo e a guardarsi attorno.
    Il giorno della liberazione, nell'aprile del 1945, raccolse le poche residue forze per fissare su carta ciò che ha vissuto.
    Trasformando il retro dei formulari delle SS nei 79 disegni che compongono questa testimonianza, Thomas ha affrontato il male assoluto con le uniche armi che ha a disposizione un bambino: la curiosità, la speranza e alcune matite colorate.
    Nei giorni immediatamente successivi alla liberazione, troppo debilitato per essere trasportato, ha trascorso ancora un mese nel blocco 29 dello stesso luogo in cui è stato prigioniero.
    Qui con le poche forze che gli rimangono ha fissato sul retro dei formulari delle SS una serie di disegni di struggente esattezza, seguiti, poco dopo, da una memoria scritta della sua esperienza nel lager. La semplicità con cui ha descritto la vita quotidiana nel campo, le regole assurde e l'organizzazione delle atrocità subite, ma anche i rapporti di solidarietà e amicizia tra i più giovani costretti a crescere in prigionia, sono una testimonianza il cui significato va al di là di ciò che successe più di ottant'anni fa. Certamente ci aiuta a riflettere su quanto accadde allora, ma, nei silenzi che accompagnano il racconto di questo ragazzo, risuonano echi di altri avvenimenti terribili: brutalità accadute prima e dopo di allora, in tanti altri luoghi del mondo. E inevitabilmente ci chiediamo come sia possibile che quella tragedia non sia stata l'ultima, e che l'umanità non ne abbia ricavato insegnamento. Ascoltare questa storia non significa soltanto ricordare un passato lontano, che non si può e non si deve dimenticare, ma può fornire strumenti e consapevolezza per interpretare il nostro presente.
   

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