ALESSANDRO CARLINI, IL NOME DEL MALE
(Newton Compton, pp. 352 € 12,00) - Aldo Marano è il
protagonista di una nuova indagine nella Ferrara devastata dalla
Seconda guerra mondiale e questa volta il magistrato ispirato
alla figura del giudice Antonio Buono deve affrontare un delitto
che sfida i limiti della razionalità. 'Il nome del male' è
l'ultimo romanzo noir dello scrittore e giornalista Alessandro
Carlini, che ancora una volta sceglie la sua città d'origine per
raccontare tramite la finzione narrativa fatti realmente
accaduti.
Come nel primo libro, il bestseller 'Gli sciacalli'
(proposto al Premio Strega 2021), anche in questo caso l'autore
ha utilizzato il vasto memoriale inedito messo a disposizione
dalla famiglia del giudice Buono, oltre a testi e articoli
apparsi anche di recente sulla stampa locale. Un secondo romanzo
parte di quella che dovrebbe diventare una trilogia ferrarese
sul periodo Fascismo-Dopoguerra.
Nel 'Nome del male' la ricca contessa Maria Gherardini
Franchi viene violentata e assassinata nel 1944 nella sperduta
campagna della provincia di Ferrara. Le autorità della
Repubblica di Salò, invece di indagare a fondo, insabbiano la
vicenda, che viene dimenticata negli ultimi, sanguinosi mesi
della guerra. Dopo la fine del conflitto, il caso torna sulla
scrivania del sostituto procuratore Marano. Ma l'indagine appare
subito irta di insidie, tra omertà, reticenza e, soprattutto,
paura: tutti, dai carabinieri ai domestici della contessa,
sembrano collegare l'omicidio a oscure e demoniache apparizioni.
Il libro è liberamente ispirato a un noto delitto irrisolto,
quello della marchesa Maria Giordani Catalano Gonzaga,
barbaramente assassinata nel maggio 1944 all'interno della sua
villa a Santa Maria Codifiume, al confine fra le province di
Ferrara e Bologna. "Si tratta di una vicenda ancora oggi avvolta
nel mistero - spiega Carlini - anche di recente sulla stampa
locale si è parlato di possibili testimoni pronti a rivelare il
nome del colpevole solo in punto di morte, ecco perché ho voluto
ricostruire un'ambientazione dai tratti quasi esoterici, con
citazioni e riferimenti biblici e letterari, da Dante a Bulgakov
fino a Stephen King: per rappresentare una paura quasi
ancestrale sedimentata nell'immaginario locale, nonostante tutto
il tempo passato".
Il romanzo si apre nella vasta pianura ferrarese che tende
verso il mare, nella zona di Argenta, terra di confine rubata
alle paludi con la Bonifica, lontana dalle grandi città, da
Ferrara e da Bologna, e fra quelle campagne si compie un
terribile delitto, che colpisce la famiglia più ricca della
zona. Ma poi si sposta in una Ferrara fredda e nebbiosa, in cui
si muove Marano, fra simboli, leggende, chiese e crocifissi, una
città estense mai stata così tanto spettrale.
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