Un "cantiere di comunità", dove
il recupero fisico di un complesso dedicato a Santa Maria
Ausiliatrice, tra l'Arsenale e i Giardini, a Venezia si
accompagna a un lavoro di "rifondazione sociale ed ecologica"
con una apertura alle associazioni che operano nel sociale, ai
cittadini, ai musicisti, a chi "vorrai bere un caffè o leggere
un libro". "Opera aperta" è il titolo del progetto proposto dal
Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede in
occasione della 19. Mostra Internazionale di Architettura della
Biennale di Venezia, al via sabato 10 maggio. Un progetto "che
propone l'architettura come atto di cura e
responsabilità condivisa", capace di dare risposte concrete alle
sfide del presente nel campo del sociale e dell'ambiente, nel
decennale del "Laudato sì" di Papa Francesco.
L'immagine fattiva del cantiere è offerta dagli interventi,
in particolare l'area dell'altare, che per i prossimi sei mesi
interesseranno i circa 500 metri quadrati del complesso, fondato
come ospizio per pellegrini nel 1171 e per un periodo ospedale,
il più antico del centro storico, ora di proprietà comunale e
per i prossimi quattro anni gestito dalla Santa Sede. Le sale
però, per i prossimi sei mesi, saranno contemporaneamente "spazi
aperti" alla comunità. Nello spazio
davanti alle impalcature per i lavori sull'altare c'è un
pianoforte a disposizione degli studenti del conservatorio, ma
anche a chi vorrà prenotarsi per suonare anche altri strumenti
che sono in altre stanze, c'è un grande tavolo in legno, una
caffetteria gestita da una associazione che opera nel sociale,
saranno possibili esperienze di restauro con studenti e docenti
dell'Una-Università Internazionale Arte.
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