Alla Fondazione Merz si terrà da
giovedì 20 febbraio a domenica 18 maggio, la mostra dell'artista
Yto Barrada intitolata Deadhead, a cura di Davide Quadrio con
Giulia Turconi e realizzata in collaborazione con il Mao Museo
d'Arte Orientale di Torino. Il titolo della mostra rimanda alla
pratica agricola di rimuovere foglie e fiori appassiti di una
pianta per stimolarne la crescita. Riprendendo la metafora di un
ritorno all'essenziale per liberare nuove energie, l'esposizione
accoglie le opere più rappresentative della ricerca artistica di
Yto Barrada, tra cui film, sculture, installazioni, tessuti e
stampe, alcune delle quali appositamente realizzate per
l'occasione.
Tra echi, rimandi e sperimentazioni visive presenti in
mostra, Yto Barrada trae ispirazione dalla teoria del colore
dell'artista, collezionista e filantropa Emily Noyes Vanderpoel
(1842 -1939), descritta nel libro Color Problems: A Practical
Manual for the Lay Student of Color (New York, 1902).
Yto Barrada reinterpreta la storia attraverso gesti
contemporanei legati alla natura degli oggetti esposti. Nella
serie Color Analysis, presentata in anteprima al Mao Museo
d'Arte Orientale all'interno della mostra Trad u/i zioni
d'Eurasia (2023-24), l'artista propone griglie di velluto tinte
a mano in cui applica la tecnica di Vanderpoel per trasformare
immagini che trae dalla collezione personale di antichità di
Vanderpoel, dalle opere selezionate dalla collezione d'arte
islamica del Mao e da un disegno di Marisa Merz.
La mostra sarà arricchita dalla pubblicazione di un catalogo
edito da hopefulmonster per Fondazione Merz. La mostra Deadhead
consolida il dialogo tra la Fondazione Merz e il Mao, dove il
lavoro di Yto Barrada è stato presentato nell'ambito della
mostra collettiva Trad u/i zioni d'Eurasia.
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