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Reperti depredati nel 1943, Cc li recuperano e restituiscono

Reperti depredati nel 1943, Cc li recuperano e restituiscono

Oltre 200 pezzi tra anfore e vasi saccheggiati dai nazisti

NAPOLI, 10 febbraio 2024, 15:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Oltre 200 reperti antichi, tra anfore di varie dimensioni e vasi, depredati dalle truppe di occupazione tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale a Sessa Aurunca, nel Casertano, sono stati recuperati dai Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza e riconsegnati dal comandante, Giuseppe Marseglia, al soprintendente delle province di Caserta e Benevento, Gennaro Leva, nel corso di una cerimonia che si è svolta oggi al Castello Ducale di Sessa.
    I reperti provenivano dalla Torre di Pandolfo di Capodiferro, razziata e poi bombardata e rasa al suolo dagli stessi tedeschi, che ospitava il Museo della Civiltà Aurunca, eretto nel 1926 dall'allora ministro dell'educazione nazionale Pietro Fedele. I carabinieri li hanno scoperti nel corso di controlli sulle piattaforme di e-commerce e di siti specializzati nella vendita.
    La torre longobarda di Pandolfo Capodiferro fu concessa negli anni venti in enfiteusi dal Comune di Sessa Aurunca a Pietro Fedele, che la richiese per realizzare un museo archeologico, per un canone annuo di 200 lire e con l'obbligo di restaurarla.
    Il canone fu poi ridotto a una lira "...quale segno tangibile di riconoscimento e di gratitudine per la ricostruzione della Torre longobarda..." Il museo occupava tutti i quattro piani della torre mostrando numerosi reperti archeologici, numismatici e altri che appartenevano al medioevo. Alle centinaia di pezzi in oro, argento e anche in avorio si aggiungevano il ritratto di Giulia Gonzaga di Jacopo del Conte, stampe antiche con vedute del territorio di Minturno, Gaeta, Fondi e Formia, senza dimenticare l'angolo dedicato a Maria Cristina di Savoia e i circa 8000 volumi custoditi nella biblioteca. Al termine della guerra i beni dispersi furono oggetto di una specifica indagine condotta dall'allora ministro plenipotenziario Rodolfo Siviero, a capo del Comitato per le restituzioni; attività successivamente suggellata dalla pubblicazione nel 1995 del volume "L'opera da ritrovare. Repertorio del patrimonio italiano disperso all'epoca della seconda guerra mondiale".
   

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