"Siamo molto fiduciosi del fatto che il film possa toccare il cuore degli americani". E' un Matteo Garrone orgoglioso quello che si presenta sul palco del cinema Citrigno di Cosenza. La proiezione del suo film "Io capitano" è conclusa da poco nell'ambito della "Primavera del Cinema Italiano" in corso nella città bruzia, e quando si presenta agli spettatori ha da poco saputo che il suo film è candidato agli Oscar. "Questa festa del cinema di Cosenza ha portato evidentemente fortuna" scherza. Poi torna a parlare della sua ultima opera esprimendo un desiderio: "mi piacerebbe conoscere le reazioni delle persone. Come il film dialoga con il pubblico".
"Dietro a questo film - spiega al pubblico sold out del 'Citrigno' - c'è il tentativo di raccontare che oltre quei numeri ci sono persone. L'idea è stata quella di fare un controcampo, cioè mettere la macchina da presa dall'altra parte, dall'Africa verso l'Europa. Un film realizzato insieme a loro, insieme a chi fa questo viaggio, i protagonisti sono persone vere che realmente hanno subito le torture. Restituire autenticità, questo era l'obiettivo". Un controcampo per "dare forma visiva a tutta una parte del viaggio che di solito non si conosce" dice facendo riferimento anche agli ultimi sbarchi a Lampedusa. La sceneggiatura è scritta insieme a coloro che hanno vissuto, torture comprese, quel viaggio, quasi tutti ragazze e ragazzi con lo scopo di restituire la realtà, l'autenticità dello stesso, con i dialoghi in lingua originale. I protagonisti Seydou e Moussa, sono due giovani senegalesi che lasciano il loro Paese per raggiungere l'Europa e così affrontano il deserto, i centri di detenzione in Libia e la traversata in mare.
"Ho raccontato delle storie - dice Garrone - che sono documentate e dietro ogni fotogramma ci sono le persone. È una rappresentazione, un'interpretazione perché c'è il mio sguardo, ma sicuramente è un'opera onesta e autentica, nel rispetto di chi ha fatto questo viaggio e di chi non ce l'ha fatta, e perché possa essere d'aiuto e monito a chi, magari, sta per prendere questa decisione".
"Ogni opera sopravvive al suo autore e rimane, questo è fondamentale. Si tratta di un racconto epico ed è importante vedere questo film al cinema per l'impatto emotivo che il grande schermo trasmette allo spettatore" conclude il regista.
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