Ci sono il celebre orinatoio, la ruota di bicicletta e la Gioconda con i baffi: Marcel Duchamp (1887-1968) torna al Centro Pompidou di Parigi, 37 anni dopo la prima esposizione che il museo d'arte moderna e contemporanea della capitale francese gli dedicò in occasione della sua apertura nel febbraio del 1977.
'Marcel Duchamp, la peinture meme', presenta da domani al 5 gennaio prossimo una cinquantina di tele, cioè la quasi totalità della produzione pittorica dell'artista francese, l'inventore del ready-made, in gran parte conservate al Philadelphia Museum of Art, oltre a sculture e installazioni.
"Si dimentica troppo spesso che Duchamp ha cominciato la sua carriera come pittore", spiega la curatrice Cécile Debray, sottolineando che l'artista ha attraversato "tutti i movimenti pittorici dell'inizio del XX/o secolo". Dopo le prime influenze del fauvismo (come in 'Nu aux bas noir', 1910) dipinge tra il 1911 e il 1913 una ventina di tele marcate dal cubismo ma anche dal futurismo e dal surrealismo. E' tra i protagonisti del movimento Dada, prosegue la curatrice, "vuole una pittura delle idee". Nel 1912 si trasferisce a Monaco dove scopre Luca Cranach il Vecchio e Arnold Boecklin, una tappa fondamentale per la sua arte: "Non rompe con la pittura - spiega la Debray - ma con il suo statuto sociale d'artista". Quindi diede inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio.
In mostra alcuni celebri dipinti come 'Nudo che scende una scala', 'Il passaggio dalla vergine alla sposa', 'Sposa', 'La sposa messa a nudo dagli scapoli' chiamato anche 'Grande Vetro' (formato da due enormi lastre di vetro che racchiudono lamine di metallo dipinto). Oltre alle tele "in movimento" culminate nel 'Nudo che scende una scala, n. 2'. In mostra c'è anche un modellino dell'ultima opera di Duchamp, realizzata in segreto tra il 1946 e il 1966, intitolata 'Etant donnés:1. la chute d'eau, 2. le gaz d'eclairage' (Essendo dati: 1. La cascata d'acqua, 2. L'illuminazione a gas): un'installazione tridimensionale composta da una porta di legno dalla cui fessura si può intravedere il corpo di una donna nuda distesa su un letto di ramoscelli secchi con le gambe divaricate.
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