La Procura di Milano sta
effettuando verifiche, con l'acquisizione già compiuta di tutte
le relazioni del fascicolo "trattamentale" del carcere di
Bollate e con l'ascolto di testimoni, come alcuni colleghi di
Emanuele De Maria, per accertare se ci siano state eventuali
sottovalutazioni, omissioni o mancate segnalazioni nell'ambito
del percorso del detenuto per femminicidio 35enne, che era stato
ammesso al lavoro esterno e che in 48 ore, lo scorso fine
settimana, ha ucciso una collega dell'hotel Berna e ha tentato
di uccidere un altro barista e poi si è tolto la vita.
Si tratta di una serie di verifiche, sempre coordinate dal pm
Francesco De Tommasi - che ha aperto l'inchiesta per omicidio e
tentato omicidio premeditati, ma che sarà archiviata per morte
del reo - che saranno effettuate nell'ambito di un fascicolo
autonomo.
C'è da capire, da quanto si è appreso, se nel suo percorso di
lavoro esterno nell'albergo ci siano stati dei segnali della sua
pericolosità e se il suo comportamento non sia stato
effettivamente quello del detenuto modello indicato nelle
relazioni del carcere.
Tra le persone da sentire, alcune anche già ascoltate, i
colleghi dell'albergo e il datore di lavoro.
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