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Garlasco, negli atti spunta anche un fascicolo del 2013

Garlasco, negli atti spunta anche un fascicolo del 2013

Difesa Stasi nel 2022 diede ai pm chiavette 'su altri coinvolti'

MILANO, 10 aprile 2025, 12:40

Redazione ANSA

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Spunta anche un vecchio fascicolo del 2013, nato da una "denuncia" depositata sempre della difesa di Alberto Stasi ancora prima che il suo processo finisse con una condanna definitiva nel 2015, tra quelli confluiti nella riapertura dell'inchiesta della Procura di Pavia su Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi del 2007 a Garlasco. Emerge da una memoria depositata ieri dall'aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano alla gip Daniela Garlaschelli nell'udienza per il maxi incidente probatorio sulle analisi genetiche, per ricostruire la genesi dell'indagine e poi chiedere la ricusazione del perito Emiliano Giardina.
    Dalla ricostruzione dei pm risulta, infatti, che il 7 febbraio 2024, "previa riapertura", la Procura riunì due procedimenti, quello noto del 2020 a carico di ignoti, in cui il faro era acceso comunque su Sempio e poi archiviato, e un altro fascicolo del 2013, il cosiddetto "procedimento numero 2" dopo quello del processo a Stasi, che era sempre a ignoti e che era stato archiviato nel 2018. Due fascicoli entrambi riuniti a quello aperto nel 2023, sempre a carico di ignoti, dopo gli atti "di impulso" di nuovo della difesa Stasi.
    E dopo che il gip, il 23 gennaio scorso, autorizzò i pm a riaprire l'inchiesta su Sempio, quella che era già stata archiviata nel 2017, l'ultimo fascicolo del 2023, che conteneva pure gli altri due, compreso quello di 12 anni fa, si trasformò di fatto, sempre con una riunione di atti, nella nuova inchiesta a carico di Sempio, che è in corso.
    Tra l'altro, sempre da quanto si legge nella memoria, i legali di Stasi - oltre a depositare il 27 luglio 2023 l'ormai nota consulenza sul Dna sulle unghie di Chiara confermata da quella dei consulenti dei pm col presunto match con Sempio - tra dicembre 2022 e gennaio 2023 fecero avere ai pm "alcuni supporti digitali", ossia chiavette usb, "aventi ad oggetto il potenziale coinvolgimento di altri soggetti nell'omicidio di Chiara Poggi".
   
   

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