Mentre davanti all'Asp di Trapani i sindacati organizzano un sit in dopo lo scandalo dei ritardi nella consegna dei referti istologici, dall'ospedale di Sciacca arriva una storia di solidarietà e aiuto concreto verso i pazienti oncologici. "Non credo di avere fatto qualcosa di così straordinario, mi sono solo adoperato nell'interesse dei malati" dice con un po' di imbarazzo Domenico Santangelo, primario del reparto di Oncologia al "Giovanni Paolo II" di Sciacca. Stamattina si è messo alla guida della sua auto per raggiungere l'ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento: tre ore di viaggio, tra andata e ritorno, per coprire i 180 chilometri che separano le due città. Non ha infatti esitato un attimo pur di andare a ritirare personalmente le chemioterapie preparate per i 18 pazienti in sala d'attesa nel suo reparto che oggi rischiavano di restarne privi. Dopo essere tornato in ospedale, ha così potuto dare il via e sovrintendere alle cure.
"Non mi sento un 'eroe' - sottolinea - sono andato personalmente ad Agrigento perchè ciascuno di noi, nessuno escluso, deve sentirsi chiamato a fare la propria parte".
Da qualche giorno, dopo il guasto della 'camera bianca', il locale sterile del "Giovanni Paolo II" dove vengono preparati i farmaci antiblastici, per garantire la continuità di questa delicata assistenza sanitaria l'Asp sta facendo ricorso all'ospedale di Agrigento. Ne è scaturita una vera e propria 'spola' giornaliera tra le due città, in attesa che tutto possa tornare alla normalità. Fino ad ora non era però ancora successo che ad adoperarsi personalmente per assicurare la regolarità delle terapie oncologiche fosse il direttore dell'unità operativa in persona. "Ma sulla cura dei pazienti oncologici la nostra Asp è organizzata", precisa Santangelo. "In provincia di Agrigento di 'camere bianche' ce ne sono tre. Essendo momentaneamente inagibile quella di Sciacca - conclude - abbiamo potuto disporre di una soluzione immediata".
Il primario di Oncologia non appena era scoppiato il caso non aveva esitato a rientrare al lavoro malgrado fosse in ferie. A denunciare il "caso", nei giorni scorsi, era stato il deputato regionale della Dc Carmelo Pace. Quest'ultimo aveva sottolineato come, il guasto alla 'camera bianca', stesse generando grossi disagi ai pazienti oncologici. Persone costrette ad attese di diverse ore prima di potere essere sottoposti alle chemioterapie. Due sere fa l'ultimo paziente era uscito dall'ospedale solo dopo le 23. Il direttore sanitario dell'ospedale di Sciacca, Ignazio Galizia, aveva reagito alla denuncia del deputato regionale precisando che mentre si sta procedendo a restituire alla piena funzionalità l'unità operativa dove si preparano i farmaci antiblastici dell'ospedale di Sciacca, non c'erano stati disservizi né rinvii, e le chemioterapie ai pazienti erano state tutte regolarmente garantite. Pace oggi è tornato sull'argomento. È stato lui infatti a rivelare pubblicamente, dopo essere stato contattato da una paziente in attesa della chemioterapia, che il dottore Santangelo era andato personalmente ad Agrigento per ritirare i farmaci salvavita. Il parlamentare regionale parla di "gesto encomiabile di un professionista scrupoloso che ha a cuore il diritto alla salute e alle cure dei nostri concittadini". Poi però torna a polemizzare con il vertice dell'Asp: "Era stato garantito che il problema era stato risolto ma, ad oggi sono trascorsi già 4 giorni, la 'camera bianca' del 'Giovanni Paolo II' è tuttora indisponibile. Per quanto tempo deve andare avanti questa storia?".
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