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In collaborazione con Università degli Studi di Cagliari
"L'innovazione tecnologica, la digitalizzazione ci costringono a ripensare il nostro modo di lavorare. C'è una sfida importante da affrontare che è quella di rendere le nostre persone dotate di tutte quelle capacità e competenze che servono per poter utilizzare l'innovazione tecnologica. La formazione diventa quindi una leva strategica essenziale". Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a Cagliari per il XXI convegno nazionale della Formazione Pubblica - AIF PA ospitato nel Rettorato. L'esponente del governo è stato accolto dal rettore Francesco Mola, dall'assessora degli Affari generali, personale e riforma della Regione, Mariaelena Motzo, e dal sindaco Massimo Zedda.
"E' un punto su cui mi sono battuto dal primo giorno - ha ribadito - ho trovato una Pubblica amministrazione dal punto di vista della formazione disattenta, nel senso che il tempo medio dedicato alla formazione dei dipendenti pubblici alla fine del 2022 era di 6 ore all'anno". "Dobbiamo lavorare per rendere le persone consapevoli che curare il proprio profilo di formazione è fondamentale - ha chiarito il ministro -. Ci siamo dotati di una serie di strumenti che ci consentono oggi di fornire percorsi di formazione molto efficaci".
Parlando dell'IA, Zangrillo ha spiegato: "è uno strumento che ci può aiutare moltissimo ad acquisire velocità ed efficacia nei processi che gestiamo. Per me l'intelligenza artificiale è complementare all'attività umana. Questo significa che un corretto utilizzo di questo strumento ci consente di liberare le persone da tutte quelle attività che sono normalmente attività ripetitive, quindi diventa un'opportunità per le persone per potersi dedicare ad attività a più alto valore aggiunto. È evidente - ha sottolineato - che la sfida dell'intelligenza artificiale non è soltanto interna alla pubblica amministrazione. Dobbiamo preoccuparci che i nostri utenti, quindi i cittadini, siano attrezzati per poter dialogare con noi". "La sfida è doppia - ha chiarito -: da un lato noi dobbiamo formarci ed essere pronti ad utilizzare questi strumenti e dall'altro preoccuparci di andare incontro anche alle nostre persone, ai cittadini e soprattutto a quelle fasce di popolazione che sono meno avvezze all'utilizzo della tecnologia".
Quanto ai numeri del personale, il ministro ha ricordato che "nei prossimi sei anni, da qui al 2032, la pubblica amministrazione perderà un milione di persone che andranno in quiescenza, matureranno i requisiti per andare in pensione, quindi abbiamo la necessità di dotarci di nuove risorse". "E' chiaro - ha precisato - che nello scenario in cui ci stiamo muovendo, dove parliamo di innovazione tecnologica, parliamo di intelligenza artificiale, poter disporre di nuove generazioni, di generazione Z, di generazione Alfa, e cioè di quelle persone che sono nativi digitali, ci consente di accelerare ulteriormente il nostro processo di modernizzazione".
In collaborazione con Università degli Studi di Cagliari
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